Genesis : an invisible touch of glory

Cominciamo dalla fine : 14 luglio 2007.
No, non è l’anniversario della presa della Bastiglia a Parigi, ma il giorno in cui nella splendida cornice del Circo Massimo a Roma, i Genesis terminarono il tour mondiale di reunion chiamato Turn It On Again Tour 2007, l’ultimo fino ad ora effettuato dal gruppo inglese, con il solito enorme successo di pubblico.

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Ma quanti anni erano passati da quando alla fine degli anni sessanta alcuni studenti della Charterhouse, un college inglese, avevano deciso di mettere su come tanti ragazzi un gruppo musicale…!
Nonostante il cantante, Peter Gabriel, fosse un appassionato di Soul e R&B, la formazione classica del tastierista Tony Banks e il lavoro con le 12 corde dei due chitarristi Anthony Philips e Mike Rutherford spostarono il suono verso un rock melodico e articolato.


Se il primo disco “From Genesis to Revelation” risulta ancora acerbo, è con il secondo album “Trespass”, registrato per l’etichetta Charisma Records, una label che aveva nel suo catalogo band del calibro dei Van Der Graaf Generator, che si comincia a delineare il suono dei Genesis fatto di atmosfere disegnate dalle tastiere e perfezionate dalle 12 corde che creano brani di ampio respiro dove la voce splendida e carismatica di Peter Gabriel dà un contributo vincente, tanto che il gruppo si impone quasi subito all’attenzione del pubblico.

Tutto sembra andare bene quando Anthony Philips, per motivi personali, decide di abbandonare la band. Ma quello che sembra essere un fatto devastante diventa invece la scintilla che porterà al suo posto Steve Hackett bravissimo anche alla chitarra elettrica e, soprattutto, all’assunzione dietro i tamburi di Phil Collins.

 

Genesis-old

 

Gabriel, Banks e Rutherford non erano soddisfatti del precedente batterista John Mayhew, ritenuto poco creativo e quindi decisero il cambio. L’apporto di questi due nuovi musicisti caratterizzerà il suono dei Genesis per tutto il periodo che va dal terzo album “Nursery Cryme” fino a “Wind and Wuthering” del 1976 ultimo inciso con Hackett. Tra le novità, Collins si fa notare anche come cantante esordendo già sul primo album con “For Absent Friend” e poi sul più famoso degli album del periodo “Selling England By The Pound”  con “More Fool Me” : in questo stesso album Hackett esploderà in tutta la sua bravura soprattutto in brani come “Firth of Fifth” e “After the Ordeal”.

“Nursery Cryme”, “Foxtrot”, “Selling England by The Pound” e “The Lamb Lies Down on Broadway” saranno gli album che incideranno con questa formazione e che li imporrà al mondo intero, lavori che ancora oggi hanno una forza incredibile e che ogni amante dei Genesis di quel preciso periodo conosce a memoria. La crescita della band è evidente album dopo album e il carisma sul palco di Gabriel unito ai costumi con cui esegue i brani ne fanno uno dei frontman più apprezzati. Ma, purtroppo, alla fine del tour di “The Lamb” anche Peter Gabriel lascia la band, la voglia di fare esperienze diverse lo portano a questa dolorosa decisione : lo aspetta una carriera solista brillante con lavori entrati nella storia della musica rock del secolo scorso.

 

http://blogs.yahoo.co.jp/azusawa1206/GALLERY/show_image.html?id=14123264&no=0
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Gli altri componenti prima cercano un nuovo cantante tramite provini, poi visto che nessuno era riuscito a convincerli, decidono di provare Phil Collins, ancora lui!, e la scelta è vincente perché la sua voce si adatta perfettamente alle loro sonorità e risulta anche affine a quella di Gabriel, fornendo una linea di continuità con il passato.

L’album di esordio con questa formazione “A Trick of the Tail” risulta immediatamente vincente e allontana i dubbi sulla qualità della band senza Gabriel. Dal vivo logicamente non potendo fare il cantante e batterista insieme, i Genesis chiamano in un primo momento Bill Bruford, già componente di gruppi come Yes e King Crimson, ma essendo troppo anarchico, loro tendevano a ripetere in maniera identica i brani da vivo mentre a Bruford piace anche improvvisare, cambiarono definitivamente con Chester Thompson già alla batteria con Frank Zappa, che diventerà il loro batterista fisso nelle loro esibizioni live.

Con il successivo “Wind and Wuthering” finisce anche l’avventura di Steve Hackett, che sente il gruppo come una gabbia per la sua creatività e decide così anche lui di intraprendere una carriera solista meno fortunata di quella di Gabriel, ma che produrrà diversi album interessanti ( tra l’altro oggi lui è l’unico che ancora porta in giro per i palchi di tutto il mondo, con grande successo, le canzoni del periodo in cui ha suonato nei Genesis).

La band sorprendentemente decide di non sostituire Hackett e di continuare in tre;  la decisione cambia in maniera abbastanza evidente il suono dei loro brani, Rutherford è molto bravo al basso e alle 12 corde ma non ha lo stesso talento di Hackett, tanto è vero che le parti di quest’ultimo dal vivo saranno suonate d’ora in poi dal chitarrista chiamato a sostituirlo: Daryl Stuermer.

 

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Da questo momento in poi il loro sound si va piano piano semplificando passando ad un pop-rock più commerciale, in un album “Abacab” compare addirittura la sezione fiati degli Earth Wind & Fire – molti dicono sulla spinta di Collins da sempre amante della musica nera – ma anche gli altri cominciano a scrivere brani più corti e accessibili, e se da un lato i Genesis perdono parecchi fans della prima ora, dall’altra ne guadagnano ancora di più diventando uno dei gruppi più seguiti degli anni ’80.

Abacab”, “Genesis” ma soprattutto “Invisible Touch” sono gli album che caratterizzano questa decade, in mezzo ai quali si sviluppa la fortunatissima carriera solista di Collins iniziata nel 1981 con “Face Value” e il singolo “In the Air Tonight” che correrà parallela a quella del gruppo madre. E’ del  1991 l’ultimo album “We Can’t Dance” inciso con questa formazione, Phil Collins a quel punto decide di dedicarsi a tempo pieno al suo repertorio solista, e Banks e Rutherford dopo aver inciso l’inutile “Calling All Stations” con un nuovo cantante Ray Wilson (ex Stilskin) decideranno di chiudere la splendida avventura dei Genesis.

Torniamo all’inizio della nostra storia, quando si cominciava a vociferare di una grande reunion del nucleo storico con Peter Gabriel, Tony Banks, Mike Rutherford, Phil Collins e Steve Hackett. L’idea è di fare un tour mondiale riportando in scena l’intero “The Lamb Lies Down on Broadway” l’ultimo doppio album inciso con questa formazione, ma purtroppo le titubanze di Gabriel fanno saltare tutto e allora Banks, Rutherford e Collins insieme ai fedeli Chester Thompson e Daryl Stuermer decidono per un tour d’addio celebrativo con repertorio che copra tutta la storia della band.

 

GFDL, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1432672
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Ed è sulle note di “The Carpet Crawlers“ nella magnifica scenografia del Circo Massimo che si chiude la storia di una band inglesi più famose ed acclamate degli ultimi 50 anni.

“The carpet crawlers heed their callers: we’ve got to get in to get out”

 

 

 

Marco Cingottini

 

Marco Cingottini

Sono Marco, ho superato da poco le 50 primavere e sono un appassionato, fin dalla tenerissima età di musica.. Led Zeppelin, Beatles, Queen, Genesis, Smiths, Tool sono solo alcuni dei gruppi che adoro insieme ad artisti come l’immenso Francesco Guccini, De Andrè e Tenco; mi piace esplorare nuove sonorità e quindi conoscere sempre nuovi musicisti..