Montserrat Diaz e Renata Bonetti: 10 domande

L’intento di questa doppia intervista è conoscere meglio Montserrat Diaz, artista vincitrice del “Premio Bonetti” a Paratissima XIII, e Renata Bonetti, l’esperta di arte e architettura che ha istituito questo premio e che ormai da due anni lo assegna ad artisti, tra i più promettenti, sul panorama nazionale e non.

1) Chi è Montserrat Diaz?

Una spagnola trapiantata a Milano nel 2000, città dove si laurea in Lingue  e Letterature Straniere e che dal 2015 inizia il suo percorso artistico con la fotografia come mezzo di espressione.

 

2) Come ti sei avvicinata al mondo dell’arte?

L’arte è sempre stata presente nella mia vita. I miei genitori, avevano un negozio di cornici dove sono cresciuta circondata da specchi, quadri e dipinti… Fin da giovane ho avuto l’esigenza di esprimermi attraverso l’arte. Prima con la pittura e ora con la fotografia. Tuttavia non ho mai eseguito corsi specialistici: ho sempre prediletto un approccio da autodidatta in tutto quello che ho fatto riguardo l’arte.

 

3) Qual è la tecnica, tra quelle da te esplorate, con la quale preferisci esprimerti?

Sicuramente il fotomontaggio perché è la tecnica più adatta allo sviluppo della mia poetica onirica ed è perfetta per la mia necessità creativa. Sovrapporre immagini e inventare nuovi scenari mi apre le porte ad un mondo d’infinite possibilità altrimenti impossibili.

 

“Ritratti senz’anima: Lei”

 

4) A chi ti ispiri maggiormente nel tuo linguaggio? E per il tuo messaggio?

Lo studio di autori ispanoamericani come Borges o Garcìa Marquez, e del genere letterario “Meraviglioso” e “fantastico” in generale, sono stati un’importante scoperta che mi ha sicuramente ispirata poi a livello artistico. Il conturbante come sentimento da risvegliare nell’osservatore e gli eventi irreali o impossibili vissuti invece con naturalezza all’interno di questo genere di romanzi, è quello che più m’interessa sviluppare nelle mie opere.

Con le mie immagini cerco di imitare il linguaggio dei sogni: fatti di sensazioni silenti e conturbanti, noi stessi creiamo mondi e situazioni che poi al risveglio vanno interpretati partendo dal nostro vissuto e il nostro Io più autentico. M’interessa specialmente il fatto che questo momento creativo avviene in assoluta libertà dei sentimenti senza alcun intervento del raziocinio, e che, nonostante l’irrealtà degli eventi, questi siano vissuti da noi come perfettamente normali.

 

“Sogno lucido”

 

5) A quale, tra le opere che hai esposto d Interni Bonetti, sei maggiormente affezionata? Perché? 

Mi riesce davvero difficile nominare una tra tutte, ma se proprio devo, oltre al trittico Ritratti senz’anima, al quale sono davvero affezionata, propenderei per Sogno lucido perché credo riesca bene nel intento di cui parlavo prima di risvegliare nel osservatore quel sentimento di attrazione e allo stesso tempo di turbamento che mi propongo sempre nella realizzazione delle mie immagini.

E ora 5 domande a Renata Bonetti.

 

 

1) Chi è Renata Bonetti? 

Sono la proprietaria e la coordinatrice di Interni Bonetti, nato a Torino nel 1986 come spazio espositivo di arredo contemporaneo.

 

2) Di cosa maggiormente ama occuparsi?

L’attività di progettazione e ristrutturazione di ambienti, che mi ha portata a cercare di personalizzare sempre più l’arredamento dei miei clienti. Il mio obiettivo è sempre stato quello di cercare di proporre delle soluzioni che fossero in sintonia con il cliente, tenendo in considerazione il suo gusto e le sue preferenze: proposte di arredamento funzionale e allo stesso tempo personalizzate e curate.

3) In cosa consiste la sua collaborazione con Paratissima?

Per due anni consecutivi ho istituito per Paratissima il premio Interni Bonetti che consiste nella possibilità per il vincitore di fare una personale nel nostro spazio

4) Che cosa l’ha colpita maggiormente delle opere di Montserrat?

L’ho conosciuta vedendo il suo trittico a paratissima XIII: mi è piaciuto molto anche il messaggio che la Diaz ha voluto trasmettere, per me molto attuale.

The Glance

5) Quale tra le opere esposte nella mostra nel suo negozio preferirebbe acquistare?

Senza dubbio “Labirinti” e “The glance”