Rivivono i ricordi. Erik Kessels
Classe 1966, nato a Roermond, nei paesi bassi, Kessels è un affermato designer pubblicitario che, di tanto in tanto, non disdegna vestire i panni dell’artista, riuscendo ogni volta a ottenere risultati profondamente emozionanti.
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Il motivo principale di questo successo sta forse nel suo modo assolutamente non convenzionale di approcciarsi al mondo della fotografia.
Cosa si intende per “non convenzionale”?
Kessels non è un fotografo. O meglio (prendendo in prestito le parole del curatore): “è un fotografo senza macchina, né obiettivo”.
Infatti le sue particolarissime opere sono spesso accostate dagli esperti ai ready-made: gli oggetti che, in ambito Dada, vengono prelevati dalla realtà quotidiana, privati della loro funzione e infine del tutto ricontestualizzati.
Le immagini protagoniste dell’esposizione sono, infatti, state scattate da persone comuni in diverse occasioni della loro vita; alcune di esse sono state salvate dal macero, altre acquistate in svariati mercatini delle pulci: bambini, feste, gite fuori porta, cui è stata data una seconda chance, rivivono sotto i nostri occhi ancora ordinatamente disposte nei propri album e, trasformate inesorabilmente da cronache quotidiane a opere d’arte, entrano a far parte della serie “Album Beauty”.
Anche le fotografie che comunemente verrebbero definite “difettose” assumono nuova gloria. È quello che succede per esempio in “Wonder”. Il titolo della raccolta fa riferimento alla sensazione che accompagna coloro che portano a sviluppare i propri rullini e che fino all’ultimo non sanno se le fotografie che hanno scattato saranno chiare e comprensibili o se troveranno tutti e 36 i loro scatti sovrapposti per incidente in un’unica porzione di pellicola.
Non solo questo. Tra le fonti a cui l’artista attinge per non si può non menzionare l’archivio planetario: il web. Ad aiutarci a farci un’idea chiara di quante immagini finiscano in rete c’è l’opera titolata “24hrs of Photos”: Kessels si procura tutte le fotografie che sono state condivise nell’arco di una singola giornata in tutto il mondo, le stampa e le ammassa in cumuli altissimi e fittissimi. L’osservatore ne è sovrastato ma allo stesso tempo è costretto a calpestarne alcune.
Non mancano tuttavia immagini strettamente legate alla vita dell’artista: questo si evince dal pannello composto dalle fotografie dei suoi figli ritratti dopo giochi un po’ troppo avventurosi e comuni incidenti domestici con ginocchia sbucciate, bernoccoli e nasi sanguinanti.
Toccante il video realizzato in memoria della sorellina a partire da alcuni filmati che li vedevano protagonisti nel giocare insieme a ping-pong nel cortile della loro casa.
Questa recensione, purtroppo, non riesce a rendere giustizia quanto dovuto alla mostra. La visita, che è vivamente consigliata, darà inoltre modo ai più curiosi di incontrare l’elegantissima donna immersa nell’acqua, la ragazza del tiro a segno, il coniglietto Oolong e il cagnolino troppo nero per essere fotografato, anch’essi protagonisti insieme ad altri delle “Many Lives of Erik Kessels”.
Maria Novella Tavano
The Many Lives of Erik Kessels
A cura di Francesco Zanot
Dal 1 giugno al 30 luglio 2017
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Torino