Con le idee e il coraggio di Peppino

E oggi  vorrei dedicare questo articolo ad un mio conterraneo, Peppino Impastato, morto 36 anni fa per mano della mafia, la criminalità organizzata che agisce in Sicilia e nel mondo da più di 150 anni.

“Ricordare Peppino ha ancora un senso se ancora c’è voglia di credere nella rivoluzione come momento per costruire una società dove l’uguaglianza sia il principio fondamentale perché tutti possano sorridere.” [Casa memoria Peppino e Felicia Impastato]

Impastato e Radio Aut[1]

 

Chi è Peppino Impastato? Peppino Impastato è un uomo nato a Cinisi (Palermo) il 5 gennaio 1948, figlio di Luigi e Felicia Bartolotta : la sorella di Luigi aveva sposato un boss mafioso, Cesare Manzella, che accumulava denaro con il traffico illegale di droghe e sostanze stupefacenti; inoltre, altri parenti facevano parte dell’ambiente mafioso di Cinisi e dintorni.

Da giovane si avvicina alla politica, appoggiando il socialismo e fondando il giornale “L’idea socialista”, che però verrà censurato dopo poco tempo a causa di una non condivisione delle idee  da parte del sindaco democristiano, il giudice Domenico Pellerito (cognato di un boss mafioso, Gaetano Badalamenti), e di un attacco a diversi personaggi politici, tra cui lo stesso Pellerito e il seguente sindaco, il dott. Pandolfo, per il loro clientelismo e la loro complicità con l’ambiente mafioso.

Descrive così il suo percorso politico : “Arrivai alla politica nel lontano novembre del ’65, su basi puramente emozionali : a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale […] Approdai al PSIUP (formazione politica di centro-sinistra) con la rabbia e la disperazione di chi, al tempo stesso, vuole rompere tutto e cerca protezione. Creammo un forte nucleo giovanile, fondammo un giornale e un movimento d’opinione, finimmo in tribunale e su tutti i giornali. […] Erano i tempi della rivoluzione culturale e del “Che”. Il ’68 mi prese quasi alla sprovvista. Partecipai disordinatamente alle lotte studentesche e alle prime occupazioni. Poi l’adesione, ancora una volta su un piano più emozionale che politico, alla tesi di uno dei tanti gruppi marxisti-leninisti, la Lega. […] E’ stato anche un periodo, delle dispute sul partito e sulla concezione e costruzione del partito : un momento di straordinario e affascinante processo di approfondimento teorico.”

Cosa ha fatto di importante Peppino Impastato?

Nel 1975 fonda a Cinisi un centro culturale “Musica e Cultura”, che non solo diventa un centro di aggregazione giovanile in cui si svolgono attività culturali e musicali, ma accoglie anche il “Collettivo femminista”, a difesa e a promozione della figura femminile, e il “Collettivo antinucleare”, contro le centrali nucleari.  Quindi nel 1976 fonda  “Radio Aut”, emittente radiofonica libera  che lo aiuta molto nel denunciare le attività dei mafiosi di Cinisi e zona, soprattutto quelle di Gaetano Badalamenti (nel film “Cento Passi” è chiamato “U zu’ Tanu”), sia attraverso le vere e proprie denunce, che attraverso la satira. Due anni dopo si candida con “Democrazia Proletaria” per le elezioni comunali, e il 9 maggio, qualche giorno dopo l’esposizione di una mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e da mafiosi, viene assassinato, con un po’ di tritolo, posto sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. Qualche giorno dopo, alle elezioni, gli abitanti di Cinisi lo votano simbolicamente, per farlo ‘salire’ al consiglio comunale. I due colpevoli sono stati riconosciuti tali soltanto il 5 marzo 2001, dopo numerose indagini e processi, e i nomi sono quelli di Gaetano Badalamenti (condannato all’ergastolo) e Vito Palazzolo (30 anni di reclusione), poi successivamente deceduti.

Perché ricordare Peppino?

Ricordare Peppino è d’obbligo per chi combatte ogni giorno contro la mafia, contro l’ingiustizia, contro i malcostumi e la cattiva politica, a favore della legalità, dell’uguaglianza e della vera informazione.

Peppino è un uomo che, con molto coraggio e con molta sincerità, ha voluto mostrare a tutti, allo scoperto, ciò che nella società non funzionava, ciò che era la corruzione, la mafia e l’omertà (soprattutto siciliana), che erano e purtroppo ancora sono di questa terra – e della nostra nazione – un orrendo ‘spettacolo’ al quale tutti non vorremmo assistere.

Peppino ci insegna ad osare e rischiare per il bene di tutti, a non aver paura di parlare, di criticare e di mostrare le nostre idee agli altri, senza alcun timore che queste vengano spente (o non ascoltate) o che noi veniamo ‘zittiti’ o uccisi : gli uomini passano e le idee restano. Ed è anche grazie a Peppino che si lotta ogni giorno contro la mafia e contro la criminalità. Peppino inoltre ci insegna una cosa molto importante : la cultura serve a non servire. Ci invita a non essere schiavi della società e di chi ha il potere, ci insegna a ribellarci e a dire sempre la nostra, e soprattutto a non arrenderci mai, fino alla morte.

I Modena City Ramblers, gruppo folk rock italiano, gli ha dedicato un pezzo nel 2004, “Cento Passi”, ispirandosi all’omonimo film a lui dedicato, diretto da Marco Tullio Giordana (2000). Inserisco qui il testo (con alcuni dialoghi tra Peppino e il fratello Giovanni, tratti dal film) e un link per poter ascoltare la canzone e ricordare questo grande uomo.

Peppino : “Sei andato a scuola? Sai contare?”

Giovanni : “Come contare?”

Peppino : “Come contare? 1, 2, 3, 4, sai contare?”

Giovanni : “Si, so contare”

Peppino : “Sai camminare?”

Giovanni : “So camminare”

Peppino : “E contare e camminare insieme lo sai fare?”

Giovanni : “Si!Penso di si!”

Peppino : “Allora forza! Conta e cammina! dai… 1,2,3,4,5,6,7,8…”

Giovanni : “Dove stiamo andando?”

Peppino : “Forza! Conta e cammina! 9… 90,91,92,93,94,95,96,97,98,99 e 100! Lo sai chi ci abita qua? Ah? U zù Tanu ci abita qua! Cento passi ci sono da casa nostra,cento passi!” 


E’ nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio.. 
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare.. 
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato.. 
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un’ideale ti porterà dolore.. 
“Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura 
contando cento passi lungo la tua strada”.. 
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi! 

“Noi ci dobbiamo ribellare, ribellare!” 

Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare.. 
Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato.. 
Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato.. 
Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati non l’hanno più trovato.. 
“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare 
la storia di Peppino e degli amici siciliani” 
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi! 

Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto.. 
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno stato.. 
“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare 
la storia di Peppino e degli amici siciliani”.. 
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!(x 2 volte) 

Peppino : “E’ solo un mafioso, uno dei tanti” 

Giovanni : “E’ nostro padre”

Peppino : “Mio padre! La mia famiglia! Il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!”

 

Per vedere il video e ascoltare la canzone, clicca qui :

 Modena City Ramblers – Cento Passi

Sito ufficiale di Peppino Impastato

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Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..