Massimo Troisi : Talento artistico con il cuore fragile

A cura di Marco Cingottini

Parlare di un monumento come Massimo Troisi non è facile; il suo estro che si rivelò, attraverso il trio La Smorfia con Lello Arena ed Enzo Decaro, nel programma televisivo Non Stop nel 1977, rappresentativo di quella napoletanità figlia di grandi come Eduardo De Filippo e Totò, colpì immediatamente tutti; la sua ironia, le sue maschere, ci rivelarono, subito o quasi, di essere di fronte ad un talento straordinario, capace di scrivere scenette esilaranti, geniale quella in cui l’arcangelo Gabriele sbaglia casa dove fare la famosa annunciazione alla vergine Maria, senza essere mai volgare (la scenetta di cui sopra però non sfuggì alla censura di allora, ed il trio si limitò a replicarla solo a teatro).


Ma il talento dell’artista, nato a San Giorgio a Cremano vicino Napoli, si evidenzierà soprattutto nei suoi film, da “Ricomincio da tre” a “Scusate il ritardo”, dove interpreterà personaggi antieroi, con cui ironizzare sui luoghi comuni che ci circondano; nel primo, è un napoletano che parte per Firenze in autostop per andare dalla zia, e l’automobilista che lo carica in macchina gli chiede inesorabilmente: “emigrante?”. Ma i suoi piccoli monologhi sono straordinari; sempre in “Ricomincio da tre” andate ad ascoltarvi perché il nome perfetto per un bambino è Ciro. E poi rivolto ad una persona problematica: “tu non hai un complesso hai un’intera orchestra in testa”, oppure nel secondo film, “Scusate il ritardo”, all’amico che insisteva nel dire “meglio un giorno da leone che cento da pecora”, gli risponde “ma perché 50 da orsacchiotto no?”, alla madre che gli dice che “la vita va presa come viene”, lui gli dice che evidentemente lui “la prende come va”.

http://www.radici-press.net/massimo-troisi/

Questi sono piccoli esempi della genialità di Troisi, che trova con Benigni e in “Non ci resta che piangere” il successo definitivo. Il film racconta come due amici Mario e Saverio si ritrovano improvvisamente catapultati ed imprigionati nel passato, alla vigilia della partenza di Cristoforo Colombo per quel viaggio, che lo porterà a scoprire il continente americano. Anche qui non mancano battute gustosissime, come quando Saverio/Benigni chiede ad un viandante conferma che sono finiti nel 1400, e si vede rispondere “eh quasi millecinque!” essendo il 1492. Esilarante poi quando cercano di insegnare a Leonardo da Vinci a giocare a scopa, e il genio toscano non riesce ad impararlo, facendo arrabbiare i nostri due eroi, oppure quando Mario/Troisi cerca di fare colpo su una ragazza spacciando Yesterday dei Beatles e l’inno di Mameli per sue composizioni.

ttp://www.nostraitalia.it/a-grosseto-non-ci-resta-che-piangere/

Ho voluto evidenziare solo alcune delle esilaranti e geniali trovate dell’artista partenopeo, ben accompagnato da Benigni nel sopracitato “Non ci resta che piangere”, che riporta anche nelle comparsate televisive, celebre la sua ironia sulla rubrica telefonica di Gianni Minà, famoso per conoscere personalmente figure internazionali del livello tra gli altri di Fidel Castro o Mohammed Alì/Cassius Alì. O anche la sua amicizia con Pino Daniele che per un suo film scrisse la bellissima “Quando”.

In campo cinematografico lavorò anche con il regista Ettore Scola che gli permetterà di recitare insieme ad un mostro sacro come Marcello Mastroianni in ben due films (Splendor e Che ora è).

Ma purtroppo Troisi si portava dietro un terribile segreto: il suo stato di salute sempre cagionevole, causa una febbre reumatica di cui l’artista soffre fin dalla tenera età, e che gli ha portato gravi danni al cuore,  con la quale lotterà per tutta la vita, tra trapianti e operazioni al cuore, che non porteranno mai la soluzione ai suoi mali e che, anzi, gli causeranno una morte prematura per infarto a soli 41 anni il 4 giugno 1994, a pochi giorni dalla fine delle riprese della sua ultima fatica: “Il Postino”. Il film narrava l’amicizia che si era creata tra Pablo Neruda, qui interpretato da Philippe Noiret, ed appunto un postino durante il breve soggiorno del poeta cileno in Italia tra il 1951 e il 1952; Troisi  ci teneva molto, a costo di girarlo nonostante le precarie condizioni di salute, nel film le riprese del postino che porta con la bicicletta la posta a Neruda sono girate da una controfigura, riuscendo nella piccola impresa, ma senza purtroppo vedere il prodotto finito.

Illustrazione di Endymion;

Voglio terminare il ricordo di questo artista, con un ringraziamento a Massimo Troisi per tutte le volte che mi ha fatto ridere, con battute solo apparentemente banali ,ma che avevano sempre un fondo amaro di verità, e anche se, purtroppo, ci ha lasciato veramente troppo presto, il suo talento rimarrà cristallino nelle scenette con La Smorfia e nei sui films, che non mi stancherò mai di rivedere per godere delle sue splendide battute geniali.

 

Illustrazioni di Endymion : Visita la pagina di Endymion! dove troverai altri contenuti!

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..