Atypical: la difficoltà di essere normali

Sono strano, è quello che dicono tutti. A volte non capisco di cosa parlano le persone e questo mi fa sentire solo anche se c’è altra gente intorno a me. E allora me ne resto seduto e inizio a gingillarmi. È il mio tipico comportamento autostimolatorio, spesso strofino una matita contro un elastico. Mi rilassa, e intanto penso alle cose che non riuscirò mai a fare.”

Quante volte nella vita vi siete sentiti strani? Quante avete pensato che sareste stati “meglio da soli”?

A cura di Silvia Genovese

Sam Gardner ha 18 anni, va al liceo ed è un ragazzo autistico ad alto funzionamento. Lui con la solitudine e la stranezza deve farci i conti ogni giorno della sua vita. Sam non capisce cosa significa essere “normale”, sa solo di essere diverso dagli altri, perché è quello che tutti gli ripetono. Per lui le persone sono enigmi che non riesce a risolvere.

Il piccolo universo che si è creato, fatto di curiosità sull’Antartide, sui pinguini e sulla biologia, è il suo rifugio sicuro nei mille momenti in cui si sente solo in mezzo alla gente, in particolare ai suoi coetanei.

Il signor Doro che era il mio grasso insegnante di biologia in quarta elementare, lui diceva che i pinguini sono simili agli esseri umani. Sì, perché dopo essersi accoppiati restano con lo stesso partner per tutta la vita. Secondo il censimento del 2010, che è il dato più recente che ho potuto acquisire, il 49% dei matrimoni finisce con un divorzio. I pinguini restano insieme tutta la vita, perciò i pinguini non sono come le persone, sono migliori.”

Ed è da questo mondo a sua misura che un giorno Sam decide di evadere.

Proprio come tutti i ragazzi della sua età vuole indipendenza, vuole amore, ma, come dice la sua terapeuta Julia, non sa come fare.

Atypical è un viaggio che Sam, con l’aiuto di Julia, del suo unico e migliore amico Zahid e di tutta la sua famiglia intraprende alla scoperta di se stesso, di cosa è capace. Egli decide di mettersi alla prova, di trovarsi una ragazza e fare tutte le esperienze che contraddistinguono gli anni del liceo.

Ma la serie non è solo questo: è un dipinto lucido e concreto di cosa significhi stare al fianco di una persona con disturbi dello spettro autistico.

E’ un ritratto di sua madre Elsa, tipica madre di famiglia, iper protettiva e disciplinata, che farebbe di tutto per i suoi figli; di suo padre Doug, della sua dolcezza e del suo desiderio di riscattarsi per errori passati; e di sua sorella Casey, atleta super dotata e ribelle, la quale vorrebbe vivere una vita come quella di tutte le adolescenti, ma che preferisce rinunciare ad alcune cose per l’affetto che prova per suo fratello.

Il viaggio di Sam non è solo suo. Ogni suo traguardo e ogni sua sconfitta hanno un peso sulla vita di chi gli sta intorno, tutto è amplificato.

Sam vorrebbe rendere semplice ciò che è per lui così complicato, molto più che per gli altri. Vorrebbe che la sua vita fosse fatta di regole, poiché per lui il mondo è un luogo rumoroso e caotico, in cui le regole sono l’unico modo per sopravvivere.

“Quando ho bisogno di imparare qualcosa di nuovo, tipo avere vite infinite in un videogioco o uscire con le ragazze, faccio un’accurata ricerca. Vado pazzo per le ricerhe. E chiedo diversi pareri.”

La serie tratta con estrema delicatezza e con un’ironia mai eccessiva cosa significa avere disturbi dello spettro autistico. Spesso si pensa che di problemi del genere sia meglio non parlare, che siano troppo pesanti, troppo delicati, che sia meglio evitare.

Ma Atypical non è questo, non vuole esserlo.

L’intento è quello di trattare un tema per alcuni troppo “difficile” in modo semplice.

Il ritratto di Sam non è quello di un ragazzo problematico che non riesce a raggiungere i propri obiettivi, ma quello di una persona con difficoltà estremamente maggiori rispetto a quelle degli altri che decide di mettersi alla prova, con tutti i rischi che ciò comporta.

Il risultato è un finissimo esempio di come un argomento considerato tabù quale può essere un grave disturbo come l’autismo possa essere trattato con una leggerezza quasi struggente.

La serie ha il tono di una commedia, ma le risate si alternano a momenti di poesia estremamente potenti e ad attimi di pura commozione.

“Probabilmente non ve lo aspettereste, ma in Antartide ci sono 37 vulcani che hanno un nome. Molti sono ricoperti da spesse lastre di ghiccio. Eppure, spesso, sotto tutto quel ghiaccio, la lava crea delle cavità calde. Quindi, anche in quel paesaggio inesorabilmente freddo, si può trovare del calore nascosto.

Atypical è un piccolo gioiello, è una di quelle serie tv che guardi tutte d’un fiato perché non riesci a smettere. E’ una di quelle serie per cui ridi tanto, ti commuovi all’improvviso, a volte ti arrabbi e ti rivedi, accettandole, in tutte le tue imperfezioni. E’ una di quelle serie tv per cui la fine di una puntata è un vuoto difficile da colmare e che lascia da pensare.

Atypical è una di quelle serie tv che la prima stagione è appena finita e io già aspetto con ansia la seconda.