Jesus Christ Superstar: un musical leggendario
Se chiedete ad un appassionato di musica rock, e mi riferisco a quella collocabile tra i decenni ’60 e ’70, quale sia il suo musical preferito risponderà nella maggior parte dei casi: “Jesus Christ Superstar”. Questa opera rock, scritta dal celeberrimo duo Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, dopo uno straordinario successo nei teatri negli Stati Uniti e Londra, ebbe una trasposizione cinematografica nel 1973, per la regia di Norman Jewison, che le permise di essere conosciuta ed acclamata in tutto il mondo.
L’opera racconta gli ultimi sette giorni di vita di Gesù, e ne dà una visione abbastanza diversa da quella tradizionalmente conosciuta: innanzitutto è vista dalla parte di Giuda Iscariota, l’apostolo che lo tradirà, e la figura del Cristo è più umana e meno divina, nel musical non lo si vede mai compiere miracoli, con tutte le debolezze che caratterizzano noi comuni mortali. In aggiunta la figura di Maria Maddalena che non nasconde il suo amore per Gesù. Come capirete non tutto il mondo cattolico lo accolse benevolmente, ma comprese che il messaggio del vangelo non era stato stravolto completamente.
Il film – perché è su questo che focalizzeremo l’articolo – inizia con l’arrivo in pullman del gruppo di attori, da sottolineare il look assolutamente hippie, sul set dove verranno girate le scene (una location straordinaria, presso le rovine di Advat, nel deserto del Negev, in Israele e in altre parti del Medio oriente). Mentre tutti si vestono – per ultimo lo farà colui che interpreta il Cristo – assistiamo al primo brano cantato interamente da Carl Anderson l’attore/cantante che interpreta magnificamente Giuda.
My mind is clearer now – at last all too well/I can see where we all soon will be/If you strip away the myth from the man/you will see where we all soon will be/Jesus! You’ve started to believe/The things they say of you/You really do believe/This talk of God is true/And all the good you’ve done/Will soon get swept away/You’ve begun to matter more/Than the things you say/Listen Jesus I don’t like what I see/All I ask is that you listen to me/And remember – I’ve been your right hand man all along/You have set them all on fire/They think they’ve found the new Messiah/and they’ll hurt you when they find they’re wrong
(Adesso ho le idee più chiare – finalmente, e anche troppo
bene, posso vedere dove andremo tutti a finire.
Se separi il mito dall’uomo
vedrai dove presto finiremo
Gesù hai cominciato a credere
alle cose che dicono di te.
Tu credi veramente
che queste voci di Dio siano vere
E tutto il bene che hai fatto
sarà presto spazzato via
Tu hai cominciato ad essere più importante
delle cose che dici
Ascolta Gesù, non mi piace quello che vedo tutto ciò che ti
chiedo è che tu mi ascolti
E ricorda, sono sempre stato il tuo braccio destro
Hai infiammato i loro cuori pensano di aver trovato il
nuovo Messia e ti faranno del male quando capiranno che
si erano sbagliati)
I primi versi di questo brano, “Heaven in their minds” (Il paradiso nelle loro menti), ci introduce al conflitto interiore che tormenta l’apostolo e che lo porterà a tradirlo consegnandolo alle guardie romane: il cambiamento della figura di Gesù, da umile profeta a Messia osannato, gli fa temere che gli stessi che adesso lo adorano saranno pronti a rivoltarglisi contro una volta capito che non è il potente salvatore che loro considerano. In più Giuda non è convinto sulla presenza di Maria Maddalena nel loro gruppo: è una ex prostituta e questo danneggerebbe la figura morale del Cristo.
Ma Gesù ignora le perplessità dell’apostolo: lui è apparso sulla terra per uno scopo preciso e sa che manca poco al suo triste epilogo. Il suo personaggio è interpretato in maniera straordinaria da Ted Neeley, che ancora oggi a 70 anni suonati, lo impersona nei teatri di mezzo mondo. Una curiosità: nella primissima versione il Cristo era interpretato da un “certo” Ian Gillan, cantante solista dei leggendari Deep Purple.
Nel musical vediamo, nel brano “This Jesus must die” come i sacerdoti ebrei (Anna e Caifa) complottano per far morire Gesù, spaventati dalla sua popolarità sempre più crescente; la paura di perdere il potere – anche a quei tempi chi aveva la “poltrona” non la mollava facilmente – li convincono che quella è l’unica soluzione possibile: arriveranno a convincere il tormentato Giuda con l’offerta di una ricompensa (Blood money, “soldi insanguinati” li definirà l’apostolo quando si renderà conto di quello che avrà fatto e si toglierà la vita per il rimorso) a tradire il Cristo.
Ma andiamo per ordine: Gesù con la folla osannante e festante entra a Gerusalemme e qui rimane turbato da due episodi; il primo riguarda l’atteggiamento belligerante dell’apostolo Simone Zelota che si dichiara pronto a combattere e morire per lui: non è quello che lui vuole, e glielo dice apertamente lasciando l’apostolo stupito. Il secondo episodio, più grave, avviene nel tempio (The Temple), diventato quasi un luogo di perdizione e trasformato in un mercato caotico: qui Gesù, con un gesto di rabbia, rovescia le bancarelle e caccia tutti coloro che affollano il luogo sacro.
La fine sta arrivando e qui il musical ha il suo momento più alto: The last Supper (l’ultima cena) insieme agli apostoli nell’orto di Getsemani, in cui Gesù, dopo aver consacrato pane e vino, predirà che uno di loro lo rinnegherà tre volte (Pietro) e uno di loro lo tradirà (e qui c’è uno spettacolare scontro verbale con Giuda). A questo seguirà il brano Gethesemane(I only want to say), dove il Cristo in maniera drammatica parla a suo Padre, confessandogli tutte le sue perplessità sulla sua missione, consegnandosi alla sua volontà dicendogli di affrettarsi prima che lui cambi idea
Why then am I scared to finish what I started/What you started – I didn’t start it/God thy will is hard/But you hold every card/I will drink your cup of poison, nail me to your cross and break me/Bleed me beat me kill me take me now – before I change my mind
(Perché ho tanta paura di concludere ciò che ho
cominciato… che Tu hai cominciato,
io non ho cominciato nulla.
Dio, la Tua volontà è dura, ma sei tu che dai le carte…
Berrò il Tuo calice di veleno, inchiodami alla Tua croce
e spezzami, insanguinami, percuotimi, uccidimi,
prendimi adesso…
prima che io cambi idea)
La performance vocale di Ted Neeley qui è assolutamente straordinaria e coinvolgente.
E arriviamo alla terza figura che emerge in questa opera rock e che è, come anticipato, quella di Maria Maddalena interpretata da Yvonne Elliman, (curiosamente non è presente quella di Maria la madre di Gesù). Il suo rapporto particolare con il Cristo è sottolineato in due brani: “Everything’s Alright” e soprattutto in “I don’t know how to love him”(Non so come amarlo) in cui è descritto tutto il suo tormento interiore:
I don’t know how to love him/What to do how to move him/I’ve been changed yes really changed/In this past few days when I’ve seen myself/I seem like someone else/I don’t know how to take this/I don’t see why he moves me/He’s a man he’s just a man/And I’ve had so many men before/In very many ways/He’s just one more
(Non so come amarlo, cosa fare, come intenerirlo
Sono cambiata, sì veramente cambiata
In questi ultimi giorni, quando mi sono guardata
mi sembra di essere un’altra.
Non so come prendere questa cosa
Non capisco perché mi turba
Lui è un uomo, è soltanto un uomo
E ho avuto tanti uomini prima, tutto sommato
Lui è soltanto un altro)
Lei gli rimarrà accanto fino alla fine.
Nella parte finale del musical assistiamo all’epilogo inevitabile (la crocifissione), non prima di aver conosciuto un grottesco Erode che lo respinge, rispedendolo da Pilato, irritato dal fatto che Gesù non gli mostri i suoi atti miracolosi. L’ultimo brano importante è “Trial before Pilate” (Processo davanti a Pilato), dove davanti a una folla improvvisamente inneggiante a Cesare – e la cosa sorprenderà non poco Pilato – Gesù Cristo sarà condannato alla crocifissione.
Alla fine il cast di attori come sono arrivati, se ne andranno in pullman; l’ultima immagine vede l’interprete di Giuda che, prima di salire sul mezzo, osserverà la croce ancora eretta in cima alla collina.
La forza di questo musical è sempre stata il livello alto delle composizioni (che oggi, a distanza di quasi 50 anni, l’opera nacque come doppio album nel 1970, sono ancora molto apprezzate soprattutto dagli amanti del rock) e delle immagini, grazie a delle locations straordinarie (guardate il giardino di Gethsemane nell’ultima cena). Non mancano licenze cinematografiche, come Jet militari o carri armati nel deserto, ma tutto l’insieme è assolutamente perfetto, e ogni volta che mi appresto a rivederlo, o solo ad ascoltare la colonna sonora, mi rendo conto come sia ormai diventato un classico della storia del cinema.