Arrival: fantascienza e introspezione

Arrival (2016) è il titolo del film diretto dal canadese Denis Villeneuve e basato sul racconto Story of your life contenuto nella raccolta di racconti di Ted Chiang intitolata Stories of your life and others.

 

A cura di Giulia Genovese

 

Il racconto della nascita, breve vita e tragica morte della figlia di Louise (Amy Adams) apre il film che si concentra poi sul presente. In seguito all’arrivo di dodici oggetti non identificati nell’orbita terrestre, Louise è chiamata a fare parte di un team il cui scopo è comunicare con la specie aliena che si trova all’interno dell’astronave atterrata nello stato del Montana.

 

Why are they here?

 



 

Non è chiara la risposta a questa domanda, che genera panico e disordini in ogni angolo della terra, senza che in realtà nessuna comunicazione sia avvenuta tra gli esseri umani e la specie aliena. Intuiamo a partire dall’inizio del film che al centro non c’è un’epica battaglia tra il bene e il male, ma l’importanza della comunicazione che è essenziale per evitare incomprensioni che portano inevitabilmente a disordine e violenza immotivata e innecessaria.

Sperimentiamo quotidianamente quanto la comunicazione sia un processo difficile da portare a termine in maniera efficace e quanta pazienza e concentrazione serva per decifrare esattamente quello che le altre persone, anche con background linguistico condiviso, vogliono esprimere. Serve pazienza per comprendere l’altro ed è proprio l’impazienza dell’uomo che ostacola ed impedisce Louise nel suo tentativo di decifrare la lingua degli Ettapodi che non sono, contrariamente a quello che si pensa, gli antagonisti della storia. Se proprio si deve nominare un antagonista, lo identifichiamo senza dubbio nel genere umano stesso. Infatti, i governi dei paesi dove si trovano gli “oggetti non identificati”, consapevoli di ciò è che capace di fare l’umanità, temono per la sopravvivenza della specie umana e tentano di distruggere ciò che vedono come una minaccia senza ascoltarsi o tenere in considerazione le opinioni degli altri paesi e degli esperti sul campo.

 

 

Questo film di fantascienza è fortemente introspettivo e al centro vi è l’essere umano. Infatti, studiare e cercare di capire quello che ci è estraneo, implica una riflessione su ciò che siamo, sulle nostre conoscenze, sul mondo che siamo abituati a sperimentare e porta ad una messa in discussione la nostra realtà e le nostre certezze.

In questo caso specifico, la lingua degli alieni è una lingua che non prevede suoni, come la lingua inglese, quindi inizialmente può sembrare che non abbia senso. In realtà, anche se non strettamente legati a suoni, i segni circolari creati dagli Ettapodi sono precise rappresentazioni di significato. Quanto più Louise si immerge nella lingua di queste creature, più la sua percezione della realtà inizia a cambiare e anche il tempo che normalmente dà ordine alla nostra vita, perde il suo andamento cronologico e la linguista vede parti di quello che non è il suo passato, ma il suo futuro.

Gli Ettapodi, infatti, portano in dono una lingua nuova, strumento capace di cambiare la percezione del tempo che permette a Louise di avere vivide immagini di cose che devono ancora succedere aiuterà la giovane linguista a salvare gli esseri umani dall’autodistruzione.

 

 

Il genere fantascientifico spesso tratta di guerre intraprese dall’uomo per sventare la minaccia di un’invasione aliena sullo sfondo di nuovi mondi e nuove dimensioni estranee a ciò che sperimentiamo quotidianamente. In Story of Your Life, Ted Chiang usa il genere fantascientifico per riflettere ancora una volta sulla condizione dell’essere umano, come dichiara in una intervista. Dall’idea di Chiang prende vita Arrival che sullo schermo presenta alcuni cambi significativi rispetto al libro, ma essenziali.

Uno di questi è appunto il tempo e la sua percezione. Infatti, riguarda proprio la cronologia e il tempo una delle differenze più grandi tra libro e rappresentazione cinematografica. Nel racconto, la voce narrante è quella di Louise che esplora i ricordi dell’incontro con gli alieni e quelli del futuro con sua figlia. La versione cinematografica, si adatta più a quelle che sono le necessità dello schermo e segue la protagonista nella scoperta della lingua aliena inserisce elementi del suo futuro all’inizio e all’interno del racconto del suo contatto con gli alieni. Più Louise scopre sulla lingua aliena più il racconto del destino che le aspetta si sviluppa e chiarifica. Infatti, quelli che sembrano ricordi di lei e sua figlia, si rivelano essere visioni del futuro.

 

Emotivo, intenso e linguisticamente interessante. Questo film merita assolutamente la possibilità di essere visto.

 


Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..