Intervista a Passante (Daniele Vino)

A cura di Vanessa Putignano

Ho fatto due chiacchiere con Daniele Vino, in arte Passante, cantautore emergente pugliese di 24 anni.

Ciao Daniele, su Youtube ti conosciamo come ‘Passante’, come mai la scelta di questo nome d’arte?
Tutto accadde nel 2011. Stavamo musicando uno spettacolo teatrale con la mia prima band, i Fantasya. Durante la lavorazione delle musiche scrissi in solitudine questa canzone che si chiamava “Giulietta” che per quel poco che suonai in giro fu veramente apprezzata. Mi diede stimolo ad avviare un progetto solista. Non volevo tenere il mio nome d’anagrafe. Mi serviva qualcosa di nuovo, tutto nacque per caso, come le mie canzoni.
Un giorno ero in strada, cellulare scarico (e io odio l’orologio da polso) e mi serviva sapere urgentemente l’orario così lo chiesi ad un passante…pensai: bello, “passante”.

Pubblichi inediti su Youtube da ormai 5 anni,iniziando con “Giulietta”, “Prima della fine del mondo”, passando per “Torna!” a “La bella stagione” e tante altre…
Negli ultimi anni ci sono stati due singoli che a mio parere più ti caratterizzano, sto parlando di “Dalla mia parte” e di “Una notte pazzesca”. Sei cambiato e l’innovazione ti ha portato ad un miglioramento. Chi ti ha ispirato nella tua musica,chi ti ha aiutato a cambiare in meglio?
Molte volte mi scontro con me stesso e mi chiedo se effettivamente sto migliorando oppure no. Ma non mi interessa essere il migliore o superarmi. Mi interessa imparare per ora.
Nella mia musica mi lascio ispirare da tutto quello che mi circonda, dalla ragazza universitaria che aspetta il treno alle sei di mattina, al pensionato italiano che se ne va a vivere in Bulgaria: sono le storie dei “passanti” ad innovarmi.

 “Dalla mia parte” ha uno stile simile a quello di Moro. Una canzone che ti resta in mente a primo ascolto. Mi sbaglio o c’è una sorta di ammirazione nei confronti di Fabrizio? Se sì, parlaci del tuo ‘rapporto’ con lui.
Fabrizio mi ha riavvicinato alla musica. Nel 2007 quando l’ho scoperto a Sanremo ho sentito nella sua voce qualcosa di nuovo, nei testi una libertà assoluta. E’ lui che mi ha aiutato molto a spingermi a riprendere in mano la chitarra ormai impolverata e a ricominciare a suonarla. Era la chitarra di un bambino, io avevo 14 anni e stavo diventando grande. Ho visto quella chitarra come un traghetto da prendere per la mia felicità e Fabrizio è stato un buon comandante. Tutt’ora mi piace seguirlo, diffondere le sue canzoni e guardare i suoi concerti. L’ho conosciuto di persona ed ho realizzato la prima parte del mio sogno. Ora mi auguro di aprire un suo concerto!

Con i testi e con la tua musica cosa vuoi esprimere? Sono messaggi autobiografici?
Non sempre. Molte volte parlo di storie che ho ascoltato di nascosto.
Per un periodo della mia vita prendevo spesso il treno, mi mettevo le auricolari e mi sedevo vicino a sconosciuti che parlavano. Il volume ovviamente era a zero e io ascoltavo i fatti della gente. Molti son finiti nei miei testi.
Con la mia musica cerco di esprimere la mia quotidianità e tutto quello che c’è intorno.

Chi si occupa della ripresa e del montaggio dei tuoi video musicali?
Fino ad ora ci siamo arrangiati. Alcuni li ho ripresi e montati da solo, con altri mi son fatto aiutare da amici, anzi colgo l’occasione per ringraziarne uno che mi ha aiutato moltissimo: Luca Cipriani.

Come registri di solito la tua musica?
Tutto passa dal mio cellulare in principio. Ho una cartella sul pc con circa un centinaio di idee, alcune terminate, altre a metà strada fra il dimenticatoio e la nascita.
Fino ad ora ho registrato tutto in modo molto casereccio, perché mi andava bene così. L’ultimo brano “Una notte pazzesca” invece è stato arrangiato in uno studio vero e proprio. È stato molto bello lavorare professionalmente, ma io devo ancora capire come vestire le mie canzoni.

Descrivi un po’ il tuo “curriculum vitae”,parlaci dei tuoi pensieri, progetti, attività passate, presenti e future. Cosa ti frulla in mente?
Del passato son molto contento. Da solista avrò fatto circa una trentina di esibizioni in 6 anni, però tieni presente che due anni son stato fermo perché mi ero trasferito in Inghilterra.
In questo momento sto viaggiando e scrivendo molto, penso che a breve mi metterò a lavoro su qualcosa, ma come ti ho detto prima, devo prima capire se voglio esprimermi chitarra e voce o costruire qualcosa intorno!


Come nasce il tuo EP “Luci Diverse”?
Luci diverse nasce in Inghilterra, in un mercoledì sera di Novembre mentre passeggio in un mercatino natalizio tedesco e guardo l’aria natalizia,che si manifesta con luci diverse da quelle a cui ero abituato. Son stato un anno in Inghilterra per lavoro e disperatamente ho mollato perché volevo tornare a suonare. Quell’esperienza mi è servita tantissimo, infatti ne è nato un ep, dove c’è una canzone che si chiama “Il duro lavoro” a cui tengo tantissimo.

Scegli la canzone che senti più tua e raccontaci il testo.

Eheh, bella domanda! Una delle canzoni che sento più mie in questo momento è ancora inedita e spero di fartela ascoltare presto.
Di quelle che ho pubblicato fino ad ora, “Dalla mia parte” si può definire quella a cui tengo di più e che per ora suonerò sempre  ogni volta che mi esibirò.
È la mia biografia. Parla di un bambino di 9 anni che non può avere una chitarra perché non sa nuotare.
E se la costruisce da solo. Con una scatola di scarpe e qualche elastico.
È la mia storia….”Senza sperarci troppo, credendoci lo stesso” sono i versi che più mi rappresentano.

Dove possiamo trovare le tue canzoni,dove possiamo seguirti?

Tutte le mie canzoni son presenti su Youtube, sul mio canale “PASSANTE”( https://www.youtube.com/user/Danielepassante )
Inoltre ho una pagina Facebook “Daniele Passante” dove è possibile sapere un po’ tutto di me.

Bene, ora è arrivato il momento del tuo saluto ai nostri lettori. Vai! 
Saluto i lettori di “Tra il cuore e la mente” continuate a seguire questo blog perché c’è bella roba su!
Un bacio!