E’ caduto il muro, ma solo a Berlino

9 novembre 1989, non era questo il giorno designato, non doveva esserlo, almeno, nelle idee del governo Krenz, secondo cui le nuove direttive sarebbero state quelle di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest, da lì a poco.

Günter Schabowski, ministro della Propaganda della DDR (Repubblica Democratica Tedesca, ndr.), ebbe il compito di dare la notizia, in una conferenza stampa, indetta proprio il 9 novembre; caso volle che, nei giorni in cui venne presa l’importante decisione di una possibile “apertura di frontiere”, egli fosse in vacanza, per cui non venne a conoscenza, nei dettagli, delle nuove “regole di viaggio”. Conferenza stampa convocata per le 18:00, giornalisti pronti, Schabowski riceve la notizia, il Politburo (ufficio politico, ndr.) della SED aveva deciso che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, nulla di più, nulla di meno.

 

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Il provvedimento, preso poche ore prima, sarebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, permettendo, così, il disbrigo di tutte le opportune pratiche. 53 minuti dopo arriva la domanda decisiva, sono le 18:53, Riccardo Ehrman, giornalista italiano corrispondente dell’ANSA, chiede da quando le nuove «Reiseregelungen» (“regole di viaggio”) sarebbero entrate in vigore, Schabowski vacilla, tentenna a dare una risposta certa, non ha certezza, le informazioni da lui ricevute sono poche e allora azzarda: «Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. […] Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente».0 Da lì a breve migliaia di berlinesi dell’Est, avendo sentito le parole di Schabowski, avrebbero chiesto di entrare in Berlino Ovest : era l’inizio della fine, la fine di un muro che per 28 anni aveva diviso la città di Berlino.

“Caduto il muro di Berlino, finita l’epoca dei muri divisori”, sarebbe stato questo il titolo che oggi avrei voluto dare a questo mio articolo, ma purtroppo, come tutti sappiamo, non è così. Molto distante è, ancora, questo sperato futuro, troppe divisioni incombono nel mondo, siano esse costituite da muri ideologici, fisici o sociali : basti pensare ai vari muri di divisione in Israele, oppure alle disparità che si vedono tra gli uomini, condizionati per sesso, etnia, religione ecc. Forse ognuno di noi dovrebbe abbattere il “muro” che ha dentro, ne va del bene dell’umanità; speriamo che i muri divisori cadano, e non solo a Berlino.

 

Roberto Testa - 2010
Roberto Testa – 2010

 

Antonino Bertani