I cittadini e la tutela dei beni comuni

Premessa : ecco un saggio breve da me realizzato in occasione di un concorso scolastico che aveva come tema quello della valorizzazione dei beni comuni. Grazie a questo elaborato ho conquistato il secondo posto, ricevendo una borsa di studio. Il saggio è stato premiato per “Forza e chiarezza comunicativa. L’elaborato risulta lineare e coerente  nell’argomentazione”

A cura di Roberto Testa

I beni comuni sono quei beni necessari alla comunità per poter vivere bene e svilupparsi; dunque essa deve curarli, preservarli per il futuro e trarre da questi un giovamento utile al sociale e alla collettività.

Ma quali sono i beni comuni? “Ne fanno parte, essenzialmente, le risorse naturali […] l’aria[…], la fauna selvatica e la flora tutelata […], i beni archeologici, culturali, ambientali”, spiega la Commissione Rodotà in una relazione per la modifica delle norme del codice civile in materia di beni pubblici (14 giugno 2007). Sono quindi risorse fondamentali per la comunità che non si possono disperdere o trascurare, perché la loro mancanza sarebbe dannosa per la stessa collettività, per l’economia di Stato e per la valorizzazione del patrimonio.

Ma chi deve occuparsi dei beni comuni? Lo stato non è il possessore dei beni comuni, ma è solo il “controllore”, è come “il maggiordomo che non può vendere i gioielli di casa”: i veri possessori sono i cittadini che, attraverso la “solidarietà sociale e la forza che deriva dal consapevole perseguimento di fini comuni” (Salvatore Settis, Azione popolare-cittadini per il bene comune, 2012), devono agire per un interesse generale e collettivo, quindi per il bene della società, e devono fare in modo che tali beni vengano rispettati da tutti e che non siano utilizzati dai singoli a fine di speculazione privata, poiché i beni comuni appartengono alla collettività (essendo per la maggior parte “naturali”) e nessuno può appropriarsene.

I beni comuni sono la base della democrazia. La nostra Costituzione sancisce con l’articolo 1 la nascita di una Repubblica democratica (anch’essa può essere intesa come bene comune) nella quale la sovranità appartiene al popolo. Gestire bene, valorizzare e provvedere al mantenimento dei beni comuni, sono elementi caratterizzanti della democrazia, come dimostra Pierluigi Grasselli in “Idee e metodi per il bene comune” (Franco Angeli, 2009) : “oltre che prendersi cura dei beni comuni, i cittadini attivi, concorrendo al nuovo modello amministrativo influiscono sulla essenza stessa della democrazia, e sullo sviluppo dei suoi valori”. E’ comunque bene ricordare che lo Stato, attraverso il principio di sussidiarietà, citato nell’articolo 118 della Costituzione, chiede ai cittadini di contribuire, spingendoli ad essere più autonomi (seppure aiutati dalle pubbliche amministrazioni) nella cura e nella tutela dei beni comuni, oltre che nella loro gestione.

E’ dunque necessario, per il bene dello Stato, per il benessere dei cittadini di oggi e per quello delle generazioni future, organizzarsi, collaborare e aiutarsi (dovere di solidarietà politica, sociale ed economica, art. 2, Costituzione Italiana, 1948) affinché i beni comuni vengano salvaguardati e utilizzati e favoriscano il libero sviluppo della persona e della società, che, come ci ricorda nella già citata trattazione, Pierluigi Grasselli, è “obiettivo primario della Repubblica”.