Maturità 2016 – Prima prova – Il valore del paesaggio (saggio breve)

Breve ma necessaria premessa : a differenza della maggior parte degli articoli che pubblichiamo, questo è un esempio di saggio breve. Lo pubblichiamo esclusivamente sperando di essere d’aiuto ai giovani maturandi e/o liceali, ma non è un lavoro di ricerca o di approfondimento; prendetelo come un esercizio di stile. Buona lettura!

Prima prova – Esami di Stato 2015-2016; Saggio breve di ambito Storico – Politico, avente come argomento “Il valore del paesaggio”.

Realizzato da Roberto Testa

Citiamo qui i documenti che ci sono stati consegnati :

«[…] il paesaggio italiano non è solo natura. Esso è stato modellato nel corso dei secoli da una forte presenza umana. È un paesaggio intriso di storia e rappresentato dagli scrittori e dai pittori italiani e stranieri e, a sua volta, si è modellato con il tempo sulle poesie, i quadri e gli affreschi. In Italia, una sensibilità diversa e complementare si è quindi immediatamente aggiunta all’ispirazione naturalista. Essa ha assimilato il paesaggio alle opere d’arte sfruttando le categorie concettuali e descrittive della «veduta» che si può applicare tanto a un quadro o a un angolo di paesaggio come lo si può osservare da una finestra (in direzione della campagna) o da una collina (in direzione della città). […] l’articolo 9 della Costituzione italiana (1) è la sintesi di un processo secolare che ha due caratteristiche principali: la priorità dell’interesse pubblico sulla proprietà privata e lo stretto legame tra tutela del patrimonio culturale e la tutela del paesaggio.»

Salvatore SETTIS, Perché gli italiani sono diventati nemici dell’arte, ne “Il giornale dell’Arte”, n. 324/2012

(Art. 9 Costituzione italiana) – La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
«Nei contesti paesaggistici tutto è, invece, solido e stabile, frutto dell’instancabile sovrapporsi di azioni umane, innumerabili quanto irriconoscibili, ritocchi infiniti a un medesimo quadro, di cui l’iconografia principale si preserva, per cui tutto muta nell’infinitesimo e al tempo stesso poco cambia nell’ampio insieme, ed è il durare di questa nostra conchiglia che racconta la nostra qualità di popolo, in una sintesi suprema di memoria visibile, ordinatamente disposta. Sì, i paesaggi non sono ammassi informi né somme di entità, ma ordini complessi, generalmente involontari a livello generale, spontanei e autoregolati, dove milioni di attività si sono fuse in un tutto armonioso. E’ un’armonia e una bellezza questa di tipo poco noto, antropologico e storico più che meramente estetico o meramente scientifico, a cui non siamo stati adeguatamente educati. […] Capiamo allora perché le Costituzioni che si sono occupate di questi temi, da quella di Weimar alla nostra, hanno distinto tra monumenti naturali, storici e artistici, […] e il paesaggio […], dove natura, storia e arte si compongono stabilmente […]. E se in questa riscoperta dell’Italia, da parte nostra e del globo, stesse una possibilità importante di sviluppo culturale, civile ed economico del nostro paese in questo tempo di crisi?».

Dal discorso del Presidente FAI Andrea CARANDINI al XVII Convegno Naz. Delegati FAI- Trieste 12 aprile 2013; (http://www.fondoambiente.it/Dal-Presidente/Index.aspx?q=convegno-di-trieste-discorso-di-andrea-carandini)

«Il paesaggio italiano rappresenta l’Italia tutta, nella sua complessità e bellezza e lascia emergere l’intreccio tra una grande natura e una grande storia, un patrimonio da difendere e ancora, in gran parte, da valorizzare. La sacralità del valore del paesaggio […] è un caposaldo normativo, etico, sociale e politico da difendere e tutelare prima e sopra qualunque formula di sviluppo che, se è avulsa da questi principi, può risultare invasiva, rischiando di compromettere non solo la bellezza, ma anche la funzionalità presente e futura. Turismo compreso.»
Dall’intervento di Vittorio SGARBI alla manifestazione per la commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia a Palermo-12 maggio 2010- riportato su “La Sicilia” di Giorgio PETTA del 13 maggio 2010
«Tutti, è vero, abbiamo piacere di stare in un ambiente pulito, bello, sereno, attorniati dalle soddisfazioni scaturenti in buona sostanza da un corretto esercizio della cultura. Vedere un bel quadro, aggirarsi in un’area archeologica ordinata e chiaramente comprensibile, viaggiare attraverso i paesaggi meravigliosi della nostra Italia, tenere lontani gli orrori delle urbanizzazioni periferiche, delle speculazioni edilizie, della incoscienza criminale di chi inquina, massacra, offende, opprime l’ambiente naturale e urbanistico.»

Claudio STRINATI- La retorica che avvelena la Storia (e gli storici) dell’arte- da l’Huffington Post del 06.01.2014 (http://www.huffingtonpost.it/claudio-strinati/la-retorica-che-avvelena-storia-e-gli-storici-dellarte_b_4545578.html)

L’articolo 9 della Costituzione Italiana dichiara : “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Che il paesaggio, la natura e il patrimonio storico-artistico siano risorse imprescindibili per lo sviluppo del Paese, non lo dice un qualsiasi appassionato di cultura, ma la Costituzione italiana. E non è solo questione di sviluppo, ma anche di tutela, una parola che oggi sembriamo quasi aver dimenticato. “La Repubblica tutela”, la Repubblica deve proteggere e curare l’ambiente, i documenti storici, le opere d’arte, i musei.. deve valorizzarli, deve promuoverli..
Ma “chi” è questa Repubblica? Non siamo forse noi? Non è forse un insieme – abbastanza ampio – di persone che vivono, gestiscono, governano e sono presenti in un paese? E con questi, perché non comprendere anche la storia, l’arte e la cultura passata e presente? Perché distaccarsi così tanto da queste ultime, sentendole addirittura come “oggetti” e non come sostanze presenti in noi, che ci formano e ci appartengono?
Chiedendoci questo, forse, riusciamo a capire il perché di determinate situazioni e uno dei perché della profonda crisi che sta vivendo il nostro Paese, nonostante comprenda grandissima parte del patrimonio UNESCO mondiale e nonostante accolga nel suo grembo segni, storie e documenti della “civiltà occidentale” (e non solo) della quale andiamo tanto fieri.
Valorizzazione significa interesse in qualcosa, significa tutela, nel rispetto della sua integrità, promozione e divulgazione, per qualità e caratteristiche, cura e perché no, uso a fine anche economico attraverso il turismo, senza che vi siano di mezzo scopi di lucro da parte di privati.
Ma è altrettanto fondamentale educare i giovani all’amore per la cultura e al rispetto dell’ambiente e del paesaggio culturale, perché, come scrive Claudio Strinati sull’Huffington Post  : «Tutti, è vero, abbiamo piacere di stare in un ambiente pulito, bello, sereno, attorniati dalle soddisfazioni scaturenti in buona sostanza da un corretto esercizio della cultura. Vedere un bel quadro, aggirarsi in un’area archeologica ordinata e chiaramente comprensibile, viaggiare attraverso i paesaggi meravigliosi della nostra Italia, tenere lontani gli orrori delle urbanizzazioni periferiche, delle speculazioni edilizie, della incoscienza criminale di chi inquina, massacra, offende, opprime l’ambiente naturale e urbanistico.»

E infatti è proprio bello – e ci piace – quando visitiamo un luogo in cui regnano l’ordine e la pulizia, in cui i servizi sono utili e funzionali.. E allora perché non collaborare al mantenimento di questi piccoli angoli di paradiso? E perché non darsi da fare per far sì che anche musei, parchi o altri luoghi di interesse culturale-paesaggistico si avvicinino sempre più alla perfezione che sogniamo? Il compito, per quanto se ne possa dire, è nostro. Sta a noi visitare i luoghi e lasciarli nella stessa maniera in cui li abbiamo trovati, se non in una maniera migliore. Sta a noi far comprendere ai nostri coetanei e poi, un giorno, ai nostri figli, l’importanza della cultura, della storia (che sia dell’arte, del pensiero, dell’uomo, dell’ambiente..) e quindi educarli al rispetto per entrambe.

Perché, come dice il critico d’arte Vittorio Sgarbi, in un intervento alla manifestazione per la commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia a Palermo il 12 maggio 2010 : “la sacralità del valore del paesaggio […] è un caposaldo normativo, etico, sociale e politico.”

E purtroppo si sta perdendo il senso e il valore di tutto ciò.
E’ quindi oggi, di vitale importanza, riportare a galla uno dei principali articoli della nostra Costituzione e farne tesoro, per le generazioni future e per quelle di oggi, affinché si maturi un più profondo interesse, e di conseguenza un rispetto – perché non possiamo non rispettare qualcosa che ci interessa davvero –  per il patrimonio artistico, storico, culturale, paesaggistico e di ogni genere, italiano e anche mondiale.