Call me by your name and I’ll call you by mine

Call me by your name è il nuovo film di Luca Guadagnino, con sceneggiatura di James Ivory e
fotografia di Sayombhu Mukdeeprom, con la collaborazione musicale di Sufjan Stevens.
Il meraviglioso lavoro di James Ivory è valso al film una statuetta agli Oscar 2018 come miglior sceneggiatura non originale.
A cura di Giulia Genovese
It is better to speak or to die?
Questa è la frase che in un giorno di pioggia, la Signora Perlman legge da una raccolta di novelle
francesi nell’ampio salone della mansione che la famiglia possiede nel nord d’Italia. Legge, la Signora
Perlman, e intanto incastra le sue dita nei capelli di suo figlio, Elio, brillante diciassettenne che sta

scoprendo i suoi sentimenti disarmanti per un altro uomo e vivendo pulsioni sessuali che non riesce a
spiegarsi, nell’estate del 1983.
La storia narrata dalla madre di Elio è quella di un uomo e una donna la cui amicizia si trasforma in
un amore di cui non sembrano essere consapevoli o che per lo meno, non sembrano poter dar fiato alle
parole che descrivono il sentimento che sta nascendo.
It is better to speak or to die? 
Il racconto contenuto nell’Heptaméron riflette la tensione presente tra Oliver ed Elio, la volontà del
giovane di dire ad alta voce all’alunno del padre quello che prova e il mancato coraggio dato dalla
costante paura delle conseguenze a cui le sue parole possono portare.
Because I wanted you to know…
Questa frase ripete sensualmente Elio mentre i due si trovano davanti al monumento ai caduti della
battaglia del Piave della Prima Guerra mondiale nella piazzetta di un paesino. Qualcosa lo smuove,
inizia a parlare senza realmente esporsi. Il ragazzo inizia a parlare e contemporaneamente si allontana
fisicamente da Oliver, ponendo il monumento tra loro. Elio sa come usare le parole ed esprime i suoi
sentimenti, facendoli giacere nell’intrigante ambiguità del suo “dico non dico” che l’uomo che desidera
può solo interpretare.
L’intrigante tensione dei sentimenti inespressi è il centro di un’opera i cui contorni sono la musica,
l’arte, paesaggi da mozzare il fiato e la sensazione di noia e di ebrezza che ogni afoso pomeriggio
d’estate porta con sé. Ogni scena regala immagini di pura bellezza che si mostra agli occhi dello
spettatore in molteplici forme, quelle dei corpi dei giovani che si attraggono e respingono, studiandosi
nell’attesa di appartenersi l’uno all’altro, delle statue classiche studiate dal Signor Pelman, della musica
di Sufjian Stevensi e crea desiderio.
Guadagnini rappresenta un capolavoro classico, perfetto nella forma, erotico e sensuale in cui al
centro sono i sentimenti e il corpo umano che si mostra nella sua complessa e delicata bellezza nelle
diapositive del Signor Perlman e non solo: Elio, nel corso del film, matura una crescente
consapevolezza del suo corpo, consapevolezza che raggiunge il culmine nel momento in cui le
pulsioni sessuali dei due protagonisti li portano a consumare il loro amore. Nel momento in cui i loro
corpi si uniscono i due giovani intersecano anche le loro anime e si specchiano l’uno negli occhi dell’altro chiamandosi con il proprio nome.
Call me by your name è un film dall’alta carica erotica, che fa percepire al lettore il torpore dell’estate
e la struggente attesa di poter assaporare il frutto di un amore nuovo, segreto, ardentemente
desiderato. E non importa come vada a finire perché nelle orecchie del lettore riecheggia una parola
che promette sempre un ritorno:”Later!”

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..

2 thoughts on “Call me by your name and I’ll call you by mine

I Commenti sono chiusi.