Stranger Things 2 – oltre la recensione

*SPOLER ALERT*

Il 27 ottobre 2017 è uscita la seconda stagione di Stranger Things, nuove strane cose accadono nella fittizia cittadina di Hawkins e questa seconda stagione ne è la prova.

A cura di Claudia Balmamori

1984, una cittadina borghese sperduta nell’ Indiana, l’atmosfera ci catapulta da subito nel cinema di fantascienza tanto in voga in quegli anni e i protagonisti, proprio come quelli di allora son ragazzi pre adolescenti in cerca di nuove avventure; un anno dopo, Mike, Dustin, Will e Lucas, ci accompagnano in una nuova avventura riprendendo da dove ci avevano lasciato nella stagione precedente.

A un anno di distanza dagli eventi della scorsa stagione, Will si trova spesso sopraffatto da spaventose visioni del sottosopra che difficilmente riesce a spiegare e che con altrettanta difficolta riuscirà a gestire e combattere, se non grazie all’aiuto dei suoi fidati compagni. Allo stesso tempo, non molto lontano da loro, Eleven vive sotto copertura insieme a Hopper, il quale le vieta di uscire di casa per non imbattersi in ulteriori rischi che potrebbero mettere a repentaglio la sua vita; ribellandosi alle costrizioni ‘paterne’ si imbatterà in un viaggio che darà vita a un episodio indipendente dalla trama, un percorso lungo se stessa, essenziale per la sua crescita personale, e forse spunto di nuovi filoni narrativi che troveranno spazio nella prossima stagione.

I ragazzi son cresciuti, i loro personaggi hanno assunto spessore; se prima erano accennati nella mente degli spettatori soltanto a matita ora han preso una forma decisa e decine di sfumature ora piú intense ora piú flebili. La seconda stagione ha fatto crescere enormemente personaggi secondari nella prima stagione, primo su tutti Steve, passato dall’incarnare lo stereotipo perfetto del ragazzo perfetto dalla vita perfetta, a mentore dell’insicuro Dustin, districandosi tra consigli in fatto di stile a personificazione genitoriale dei giovani protagonisti durante le loro pericolose escursioni nel sottosopra.

A render la trama principale piú densa, vengono in soccorso tre nuovi personaggi: Bob, il gentile fidanzato di Joyce, che con la sua calma e simpatia saprà aggiungere leggerezza nella vita della famiglia Byers; Max, una ragazza determinata che entrerà di diritto nel gruppo dei giovani protagonisti, aiutandoli in questa nuova avventura, e infine suo fratello maggiore Billy, che ricoprirà e supererà la passata fama di Steve impersonando il classico cattivo ragazzo, cattivo per davvero, violento e imprevedibile.

La coppia che sicuramente ha destato maggior sorpresa nel pubblico è stata quella composta da Eleven e Hopper, una strana coppia che funziona a livello emozionale, testardi e tenaci a loro modo, allo stesso modo. I due personaggi son la piú evidente trasposizione del tema centrale della famiglia, che prende vita in questa nuova seconda stagione, prima attraverso i sopra citati personaggi, poi con Eleven e Kali ed infine con il ricongiungersi di Eleven con i suoi amici, un incontro aspettato e giunto solo alla penultima puntata.

Amicizia e amore si fondono tra loro in un climax ascendente rivolto agli ultimi cinque minuti dell’ultima puntata, dove i risvolti romantici accennati durante tutta la stagione prendono forma nel nome dei quattro protagonisti coinvolti, strizzando l’occhio al pubblico che già dalla stagione precedente aspettava questo esito.

In un clima stranamente pacifico si conclude la seconda stagione di Stranger Things, ma non prima di un assaggio della seguente, di quel mostro soprannominato Mind flayer, che ancora aleggia indisturbato sopra la scuola frequentata dai ragazzi, ma che ancora piú in fretta si paleserà nelle loro vite, sconvolgendole nuovamente con esiti sconosciuti ma sicuramente piú intensi dei precedenti.

Fin dalla prima stagione il film ‘I Goonies’ viene dichiaratamente omaggiato in un susseguirsi di immagini, ma anche in questa seconda stagione i riferimenti cinematografici fan da padrone, a cominciare da Ghostbusters, dove i protagonisti travestono per l’occasione di halloween come i protagonisti dell’acclamato cult, film guida di tutti gli adolescenti e pre adolescenti degli anni 80. Altrettanto importante risulta l’apporto di colossi quali E.T e Alien, ai fini della sceneggiatura, attraverso la ripetizione quasi meccanica di alcune delle scene più memorabili.

Parlando invece di inquadrature, il più noto omaggio è riscontrabile nel passaggio in cui Eleven si avventura verso la ricerca della sorella perduta Kali (EP.7); Eleven sale sul pick up di uno sconosciuto, volge il viso al finestrino ed ecco partire un’inquadratura dall’alto a campo lungo; vediamo l’auto sfrecciare tra le irte montagne, una sola stradina a senso unico, sperduta nel grande panorama naturalistico, ecco, i Duffer Brothers non si sono inventati niente che non abbia già fatto Kubrik in Shining.

Notiamo ancora le giacche di pelle e i pantaloni strettissimi alla Footloose e il più chiaro riferimento a Indiana Jones, interpretato in prima persona da Hopper al quale manca soltanto la frusta per discostarsi da un perfetto cosplayer.

Nove puntate sono poche, ed in molti son riusciti a concludere il binge watching in meno di una settimana, ora non ci resta che aspettare la terza stagione, sperando, che la trama si inspessisca nuovamente, e che non si trascini malamente fino a discostarsi dal progetto iniziale, ragione che ha reso questa serie, un cult anche per la nostra generazione.