Intervista a Claudio Gilman

Claudio Gilman è un giovane fotografo di 20 anni di Torino. Non siamo riusciti a vedere in viso questo misterioso artista, ma abbiamo incontrato alcune sue opere nella nostra esperienza a Paratissima13 e gli abbiamo chiesto un’intervista per conoscerlo meglio insieme a voi.

A cura di Silvia Genovese

Queste sono le risposte che ci ha dato:

1. Intanto vorrei chiederti qualcosa su di te: come ti chiami, quanti anni hai e dove vivi.

Mi chiamo Claudio Gilman, il mio vero cognome è un altro, l’ho cambiato perchè poco credibile e forse perchè già da bambino amavo gli alter ego, ho vent’anni e abito a Torino, dove studio Architettura.

2. Come ti sei avvicinato alla fotografia e come all’arte in senso stretto? A quale delle due sei più legato?

La fotografia mi ha sempre affascinato, ma ho avuto modo di avvicinarmici veramente solo due anni fa, quando ho comprato una reflex e ho iniziato a scattare e sperimentare. Proprio la fotografia ha alimentato e portato in superficie un’urgenza comunicativa fino a quel momento sopita, incoraggiandomi quindi a sperimentare altri linguaggi espressivi, tra cui il video – che mi consente di estendere la fotografia nel tempo – ma anche la manipolazione della materia. Che quello che faccio sia arte non ne sono certo, cerco di portare alla luce sensazioni e riflessioni che trovo difficile esternare in altro modo. Fra fotografia e arte non sono più legato all’una o all’altra, le cose si compenetrano, e alla fine la fotografia torna quasi sempre nei miei lavori, tanto nella fase di ricerca iniziale quanto nella realizzazione definitiva.

3. A Paratissima13 abbiamo visto esposta una tua opera, puoi spiegarci di cosa si tratta?

Il lavoro – non mi sento di definirlo opera, le opere sono altre – che ho presentato a Paratissima si intitola Obstat ed è costituito da una fotografia e un video. Ha una genesi quasi casuale: tutto parte dal ritrovamento nel garage di casa mia, tra l’enorme quantità di oggetti accumulati negli anni da ormai tre generazioni, di una sedia pieghevole, da spiaggia, di cui si era conservata solo la struttura portante metallica, mentre la seduta e lo schienale, probabilmente in tessuto, mancavano. Fin da subito questo oggetto ha assunto ai miei occhi una connotazione paradossale: una sedia è fatta per sedercisi, una sedia senza schienale né seduta non ha più senso, perde di significato, nega la sua stessa essenza. Ecco allora che intorno a questo oggetto paradossale ho costruito una sorta di performance- termine che mi piace poco, in realtà, è un po’ equivoco- che ho filmato e presentato sotto forma di video: l’artista sta in piedi, immobile, per un’ora, a fianco della sedia. Sebbene non accada niente e tutto sia statico, lo spettatore può percepire grande tensione: ciò che sembrerebbe ovvio e che dovrebbe succedere da un momento all’altro- ovvero che l’artista prenda posto sulla sedia- non accade. E questo non è dovuto a un suo consapevole, volontario rifiuto; l’artista non può scegliere con libertà la sua condizione, ma è costretto in tale situazione scomoda e paradossale, perchè la sedia è inutilizzabile. Questa performance, che senza dubbio ha dell’autobiografico ma che credo (spero!) possa raggiungere anche altri, vuole evocare idee di costrizione, accettazione passiva, negazione.

4. Come è stata per te l’esperienza a Paratissima?

Prima di Paratissima 13 non avevo mai mostrato in pubblico nessun mio lavoro, è stata la mia prima partecipazione a un evento ufficiale. Devo dire di non essere stato molto soddisfatto per quanto riguarda la gestione dell’evento: per l’accensione e lo spegnimento del monitor avevo lasciato dettagliate istruzioni, che non sono state però seguite, tanto che il monitor è rimasto spento per oltre un giorno senza che lo staff mi avvertisse (contrariamente a quanto mi era stato assicurato se si fossero presentati problemi).

5. Cosa hai in mente per il futuro?

Per il futuro ho tanti progetti, alcuni in fase di realizzazione, altri ancora in stato embrionale. Un paio di lavori sono quasi pronti, non so ancora quando saranno presentati. Di più non posso dire.

Continuate a seguire Claudio qui :

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