Anatomia di un mito: come nasce e come cresce

Abbiamo sempre parlato di miti e credenze, ma come nascono? Oggi risponderemo a questo interrogativo

Bentornati a una “Storia da non credere”, qui è sempre il vostro Matteo Strobino che per dicembre ha deciso di svelarvi cosa si nasconde al processo di creazione di un mito nella storia.
Il mito per uno storico, per quanto possa risultare strano, è una fonte utile. Permette di capire la società dell’epoca e quali idee girassero, quali tematiche e scontri ci fossero, ma soprattutto permette di capire il periodo in cui ci si trova. Ovviamente bisogna capire che è un mito, cosa non sempre facile, perché possono essere i re francesi che curano i sudditi con il tocco della mano o la cintura di castità.
Ma come nasce un mito? Cosa c’è dietro? Quali i processi ? Come si forma nei fatti?

Come vi avevo detto nel primo articolo (Una storia da non credere), non si sa mai come nasca un mito realmente, non c’è (fino ad ora) una fonte che ci spieghi come venga realizzato. Non sappiamo se una persona X abbia scritto quel mito, affermando di fare una cosa del genere. Possiamo però capire il processo che porta alla creazione di un mito. Sembra la stessa cosa, ma non lo è.  Il processo di formazione è diverso dalla formazione in sé, perché con quest’ultima s’intende l’atto in sé di creazione che non potremo mai sapere (a meno che non si trovi una fonte che parli di ciò). Quando invece parliamo di processo, il discorso si amplia ed è spiegabile.

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Prendiamo ad esempio la cintura di castità. Noi sappiamo che è un’invenzione ottocentesca creata perché si aveva una certa IDEA di Medioevo e da ciò si è poi costruito un immaginario che sopravvive fino ai giorni nostri.
Ma come si è capito tutto ciò? Per rispondere a questa domanda si è utilizzato il metodo scientifico, come se fossimo in un esperimento. Si prende un’ ipotesi “Nel medioevo esisteva la cintura di castità?” e si fanno poi degli esperimenti.  Qui gli esperimenti non sono paragonabili a quelli scientifici, ma bisogna andare a ricercare nelle fonti, così da poter dimostrare o smentire la nostra teoria.
Se noi andiamo a cercare nei documenti medievali, la cintura di castità non appare da nessuna parte. Nessuno che la menzioni, nessuno che parli di qualcosa di simile, assolutamente nulla. Di per sé la tesi/ipotesi è falsa, eppure questa credenza è sopravvissuta. Perché sopravvive la cintura di castità? Perché, data una certa idea di Medioevo, si tende a credere che una cosa del genere possa essere plausibile, senza una conferma sperimentale ma solo sulla base di una certa visione (anch’essa sbagliata). “Uomini ignoranti, violenti che ignoravano la scienza ed erano schiavi della religione, non come adesso”  ecco cosa avrebbe potuto dire e pensare un intellettuale nell’800 sul Medioevo.

Uno storico però si domanda anche perché un mito nasca. Può nascere per ignoranza o per “idee sbagliate che portano a conclusioni errate”, ma anche per dei fini precisi, ad esempio propagandistici. Dal monotesticolo di Hitler ai re che potevano curare le malattie con la semplice imposizione della mano, tutto si crea e sopravvive per uno scopo. Il primo per rafforzare il morale dei soldati, il secondo per dimostrare la superiorità e la potenza di certi sovrani medievali. Come nasce questo “super potere” dei monarchi medievali? Ebbene: sia per ignoranza della medicina, ma soprattutto perché la nostra mente crea significati. I re francesi/inglesi non curavano tutte le malattie, ma una in particolare, cioè l’adenite tubercolare, meglio conosciuta come scrofola. Questa malattia, che si manifesta con dei bubboni sul collo, ha la particolarità di essere sconfitta facilmente dal nostro sistema immunitario. Dato questo, la gente dell’epoca ha associato il tocco del re, o anche oggetti toccati dal re, a delle proprietà curative, sia per l’ignoranza della medicina ma anche per una semplice associazione d’idee. La nostra mente è impostata di fatto per costruire significati e ad associare gli eventi in modo comprensibile per la nostra testa, quindi non c’è troppo da stupirsi.

Marc_Bloch

Ma qual è il processo di costruzione che si nasconde dietro ad un mito? Uno storico ha provato a rispondere a ciò e costui è Marc Bloch. Bloch è uno dei più grandi storici mai vissuti e grazie al suo lavoro ha rivoluzionato completamente la ricerca storica. Per chi fosse interessato ad avere un’infarinatura su di lui, trova qui un intervento di Alessandro Barbero.
Marc Bloch, nel suo libro “I re taumaturghi”, cerca di ricostruire come questi “miti” nascano e si diffondano e ha distinto tre fasi.
La prima la possiamo chiamare pre-concettuale: di fronte ad un evento non siamo neutrali e abbiamo il nostro bagaglio di idee che può influenzarci. Ad esempio l’idea di medioevo che si sono fatti i rinascimentali. Partendo dal preconcetto di essere migliori, hanno affibbiato al Medioevo i peggiori attributi e costumi. Si inizia col dire che il Medioevo è un’epoca oscura, fatta solo di violenze, di prepotenza e di roghi continui, dove l’ignoranza regna sovrana.
Per capirci meglio, quando avviene un attentato oggi pensiamo subito all’Isis, quando in verità dietr potrebbero esserci altre persone, ma, sia per nostra ignoranza dei fatti, sia per il nostro pensiero e per la nostra società, ormai associamo le due cose.
Il secondo punto è la diffusione. Serve un luogo per diffondere queste notizie, dove la gente possa incontrarsi e comunicare. Per quanto sia paradossale, il luogo di diffusione dei falsi miti sul medioevo è la scuola (ovviamente non volontariamente, ma per ignoranza dei fatti). Internet è il mezzo e il luogo perfetto per la diffusione di qualsiasi fake news.
Il terzo punto è la società in cui un individuo si trova, o meglio l’ambiente culturale e sociale in cui l’uomo vive. Perché l’uomo rinascimentale si sente superiore? Perché rispetto al medioevo ci sono grandi novità, ricchezza, il fiorire delle varie discipline artistiche; non ci sono più gli scontri del passato, il pensiero umanista e tantissime altre cose. Insomma, ci sono degli eventi che fanno pensare a una sorta di superamento. Se attualizziamo la cosa, oggi gli attentati sono all’ordine del giorno e le notizie parlano quasi sempre di rivendicazioni dell’Isis, quindi la nostra testa associa la parola attentato all’Isis.
Ecco perché le fake news girano, così come i miti storici . Potrei fare mille esempi e tutti seguirebbero il processo, in qualche modo, elencato da Bloch.
Come al solito vi lascio il rimando a qualche libro per approfondire meglio la questione e per fare qualche regalo di Natale ad amici e parenti.

Re taumaturgo

I re taumaturghi e Apologia della storia di Marc Bloch editi da Einaudi
Barbari: immigrati, profughi, deportati nell’impero romano di Alessandro Barbero edito da Laterza.

Questo è il mio ultimo articolo del 2017, quindi non mi resta che augurarvi buone feste e buone vacanze, con la speranza di rincontrarci nel 2018 per continuare il nostro cammino il altre “storie da non credere”!

Matteo Strobino

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..