The Doors e il Re Lucertola

 

Let’s swim to the moon, uh huh
Let’s climb through the tide
Penetrate the evenin’ that the
City sleeps to hide

Let’s swim out tonight, love
It’s our turn to try
Parked beside the ocean
On our moonlight drive

E’ l’estate del 1965, e due ragazzi della UCLA(University of California Los Angeles) School of Theater Film and Television, stanno bivaccando sulla spiaggia di Venice. Improvvisamente uno dei due comincia a recitare questi versi e il secondo ne rimane colpito immediatamente.

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Le due persone in questione sono Jim Morrison, il primo, e Ray Manzarek, il secondo e la poesia, che verrà musicata e diventerà un brano, si intitola Moonlight Drive. Sembra che siano nati quella sera i Doors, o perlomeno così piace raccontarlo a Manzarek e sinceramente anche a noi affascina questa versione.

https://it.pinterest.com/pin/106467978665647985/
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I Doors, nome scelto da Morrison da una frase di William Blake presente nel libro di Aldous HuxleyThe doors of perception”, si completeranno con Robbie Krieger alla chitarra e John Densmore alla batteria e, particolarità abbastanza inusuale, non avranno mai un bassista in organico; le note del basso saranno suonate da Manzarek con un Fender Rhodes Piano bass, che permetterà loro di sopperire all’assenza di questo strumento.

Cosa abbiano rappresentato per la storia del rock il sound e l’energia di questi quattro ragazzi è abbastanza noto: nel giro di quattro anni, dal 1967 al 1971, con il loro rock blues psichedelico, hanno scritto pagine immortali come “The end”, “Light my Fire” “When the Music’s Over” “Riders on the Storm” solo per citare alcuni dei brani, entrati a far parte del patrimonio della musica rock di tutti i tempi.

Il motore della band è stato sicuramente Jim Morrison, gli altri tre lo hanno supportato alla grande, i Doors erano musicisti di gran livello, ma lui aveva un’ energia incredibile, e riusciva ad accendere il sacro fuoco della passione ogni volta che saliva sul palco per esibirsi. Bisogna dire, a onor del vero, che nessuno sapeva in che modo si sarebbe presentato sul palco, neanche Manzarek, Krieger e Densmore, il suo consumo eccessivo di alcool e acidi lo rendeva imprevedibile, e creava quella sorte di attesa ad ogni concerto della band.

https://www.bloodsuckerz.net/videoclips/67916-doors-live-bowl-68-2012-bdrip.html
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La sua vita non era stata tranquilla, il fatto che il padre fosse un ammiraglio in servizio per la Marina degli Stati Uniti, l’aveva portato a spostamenti continui e contribuì non poco alla sua instabilità, la conoscenza di ambienti beatnik prima in Florida e poi in California, quando approdò alla già citata UCLA, aumentò la sua indole sregolata. Animo tormentato, si appassionò a scrittori maledetti come Arthur Rimbaud, ed essendo un vorace divoratore di libri, cosa che gli fece acquisire un bagaglio culturale enorme, cominciò a mettere su foglio le sue emozioni, che trovarono sbocco nell’esperienza con i Doors.

Il periodo storico, la fine degli anni ’60, con le rivolte studentesche e il consumo alto di droghe e alcool, non aiutano purtroppo l’animo tormentato di Morrison, che se da una parte prosegue nel suo percorso lirico, splendida “The celebration of the lizard”, da qui il suo soprannome “The lizard king” il “Re Lucertola”, dall’altro i problemi legati al consumo alto di alcool e droghe, non l’eroina però era terrorizzato dagli aghi, portano piano piano il suo fisico ad un disfacimento visibile: andate a guardarvi le foto del 1967 agli esordi con la band, e poi le foto a Parigi nel 1971,  scattate poco prima della sua morte: sono solo 4 anni ma sembra che ne siano passati 30!

Ma l’esperienza con i Doors ci permette di godere delle sue splendide e controverse liriche: la figura edipica in “The End” è rimasta una delle sue immagini più forti, così come il suo inno antimilitarista “The Unknown Soldier” ; Morrison si fa anche carico della voglia di cambiamento da parte dei giovani nelle università americane, che causerà le rivolte studentesche del 1968, il suo “vogliamo il mondo e lo vogliamo ora” urlato in “When the music’s over” rappresenta bene tutto questo. Interessante sarà poi l’album postumo “An American Prayer”, che gli altri Doors incideranno nel 1978, musicando dei versi che Morrison aveva registrato in sala da solo. Il risultato è straordinario; le musiche si adattano al suo recitato, rendendo magica l’atmosfera delle immagini che racconta, e la band dimostra ancora una volta di più la sua forza d’insieme; giova ricordare che i tre superstiti, dopo la morte di Morrison, incisero due album che dimostrarono come, senza la voce e il carisma del Re Lucertola, la magia non era più replicabile.

http://dj.polishedsolid.com/2012/04/18/youve-gotta-have-freedom-no-turn-unstoned-192/american-prayer/
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Cosa sarebbe stato il futuro di Morrison e dei Doors se lui non fosse morto, non lo sapremo mai, sono le stesse domande che ci poniamo quando artisti di talento ci lasciano in età giovanile, e mi riferisco per fare qualche nome a Jimi Hendrix, Janis Joplin a Buckley padre e figlio; possiamo solamente godere di quello che ci hanno lasciato, ed è veramente tanto. Mi piace ricordare il Re Lucertola con il verso con cui conclude la già citata “When the Music’s Over” e che mi trova perfettamente d’accordo:

“Music is your only friend until the end” (La musica è la tua unica amica fino alla fine)

Marco Cingottini

 

Marco Cingottini

Sono Marco, ho superato da poco le 50 primavere e sono un appassionato, fin dalla tenerissima età di musica.. Led Zeppelin, Beatles, Queen, Genesis, Smiths, Tool sono solo alcuni dei gruppi che adoro insieme ad artisti come l’immenso Francesco Guccini, De Andrè e Tenco; mi piace esplorare nuove sonorità e quindi conoscere sempre nuovi musicisti..