Sting : Englishman in the world

Da circa 40 anni c’è un artista che solca con immutato successo i palcoscenici di mezzo mondo, cantando e suonando il basso, ed è nato a Newcastle, una città portuale al nord dell’Inghilterra quasi al confine con la Scozia, il 2 ottobre di 65 anni fa: il suo nome è Gordon Matthew Sumner, ma tutti lo conoscono con il suo nome d’arte Sting, soprannome derivato dalla maglietta giallo e nera che indossava nelle sue prime esibizioni musicali di stampo jazzistico e che lo faceva somigliare ad un’ape, di lì il soprannome Sting (pungiglione).

http://spettacoli.leonardo.it/sting-italia-annunciate-tre-date-nel-luglio-2016/
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Il suo nome è legato indissolubilmente ai The Police, la band con cui dal 1977 al 1983 conoscerà un successo enorme che lo imporrà al pubblico di tutto il mondo.  Prima di ciò aveva fatto tra l’altro l’insegnante di inglese e aveva, come già accennato prima, suonato jazz in piccoli gruppi, ma è solamente con quella band che riuscirà a realizzarsi. La prima formazione dei Police vede, insieme a lui, Henry Padovani alla chitarra e lo statunitense Stewart Copeland alla batteria: la band esordisce nel 1977 con un brano rock punk “Fall Out”; di lì a poco Padovani lascerà il gruppo sostituito dal più esperto e valido Andy Summers e con lui comincia a formarsi quel sound, un incrocio tra il rock occidentale e le ritmiche reggae legate alla splendida voce di Sting, che sarà il loro marchio di fabbrica per tutta la durata della loro avventura e che vanterà moltissimi inutili tentativi di imitazione. RoxanneSo LonelyMessage in a bottleWalking on the Moon sono solo alcuni dei brani dei primi due album “Outlandos D’Amour”(1978) e “Reggatta de Blanc”(1979) che permettono al trio di essere conosciuti ed acclamati in tutto il mondo.

Il successo continuerà imperterrito: anche con i successivi tre lavori, il frettoloso “Zenyattà Mondatta”(1980) e i più maturi “Ghost in the Machine”(1981) e “Synchronicity” (1983) (regaleranno altre perle preziose come Don’t Stand So Close To Me – Invisible sun – Driven to Tears – Every Breath You Take – Wrapped Around Your Finger)che chiuderà, al termine di un trionfale tour mondiale, il sottoscritto assistette al fantastico concerto del Palaeur di Roma, e all’apice della loro popolarità, l’avventura dei Police. Le ragioni di questa improvvisa e inaspettata decisione non è mai stata resa pubblica, si è parlato di rapporti arrivati al capolinea tra Sting e Stewart Copeland, anche se anni dopo Andy Summers motivò il tutto asserendo che si erano resi conto che non avrebbero potuto produrre un album migliore di Synchronicity. La verità credo che non la sapremo mai e a questo punto, dopo oltre 30 anni, ci interessa relativamente.

http://ilregnodeglianni80.forumfree.it/?t=38532144
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Sting, che detto per inciso era l’autore del 90% del repertorio dei Police, non si perde d’animo e decide di intraprendere una carriera solista e si circonda di musicisti di valore come Kenny Kirkland alle tastiere, Omar Hakim alla batteria, Darryl Jones al basso e Brandford Marsalis, fratello del più famoso jazzista Wynton, al sassofono. Il risultato di questa operazione è il disco capolavoro “The Dream of The Blue Turtles”(1985), un disco baciato dall’ispirazione dove il sound dei Police viene sostituito da un rock più raffinato con influenze jazz, If You Love Somebody Set Them Free, Russians e Moon Over Bourbon Street illuminano questo lavoro. Il tour che ne segue è trionfale, i concerti sono spettacolari, ho avuto la fortuna di assistere anche a questo, e decretano definitivamente la grandezza di questo artista.

E’ questo il momento di maggiore popolarità di Sting, durante il tour ha anche la possibilità di suonare, ed esattamente a Perugia durante un edizione di Umbria Jazz, con un grande del jazz come Gil Evans che collaborerà con lui nell’album successivo “Nothing Like the Sun” (1987)nella cover del brano di Jimi Hendrix “Little Wing”, album che non ripeterà la magia del primo lavoro; intendiamoci, ci sono anche brani di livello come Fragile, They Dance Alone e Englishman in New York, ma l’impressione generale è che rimanga un paio di gradini sotto il precedente.

Il successo però continua imperterrito, Sting è diventato ormai un punto di riferimento per l’universo rock, in quegli anni collabora con i Dire Straits nel brano Money for Nothing, Phil Collins in Long Long Way to Go e addirittura con il nostro Zucchero in una versione in italiano della sua Mad About You (Muoio per Te)dal suo terzo lavoro The Soul Cages (1991).

Nonostante i suoi dischi continuino a vendere bene, bisogna dire che la sua vena compositiva va, nel corso degli anni, mano a mano scemando, a  parte Ten Summoner’s Tales (1993) capace di regalarci un paio di gioielli come Fields of Gold e It’s Probably Me, non riuscendo più a trovare nuove strade ma ripetendo stancamente lo stesso clichè, tant’è che dopo il debole Sacred Love(2003) decide di dedicarsi alla riscoperta di un compositore di età Elisabettiana (tra il 14° e il 15°secolo) John Dowland; i suoi brani dove appaiono solo la voce di Sting e strumenti a corda dell’epoca come il Liuto e l’Arciliuto, suonati dal musicista Edin Karamazov faranno parte di un lavoro affascinante intitolato Songs From The Labyrinth, da cui verrà tratto un suggestivo DVD di un concerto eseguito alla chiesa di S.Luca a Londra.

L’album successivo If on a Winter’s Night(2009) dedicato, come suggerisce il titolo alla stagione dell’inverno, vedrà invece brani tradizionali insieme a brani di sua composizione, e infine The Last Ship(2013), album che contiene i brani di un musical in cui si racconta la costruzione, da parte di alcuni operai , di un’ultima nave nella sua città di nascita Newcastle, prima della chiusura di un cantiere navale voluta dalla Thatcher. L’album, molto valido in realtà, è passato inosservato mentre lo spettacolo andato in scena in un teatro di Broadway a New York si è rivelato un grosso flop. Si attende adesso la sua ultima fatica intitolata 57th &9th annunciata per il prossimo 11 novembre.

Prima di chiudere l’analisi su questo straordinario artista che alla sua età, tra l’altro si mantiene fisicamente benissimo, un accenno anche alle sue esperienze di attore,  e non si può non citare il ruolo di Ace nella versione cinematografica di Quadrophenia, l’opera rock scritta da Pete Townshend della band inglese degli Who e poi Plenty , con Meryl Streep, Dune, il ruolo di protagonista ne La Sposa Promessa o in compagnia di Kathleen Turner su Giulia e Giulia; insomma alla fine un artista a tutto tondo che ha segnato indelebilmente un epoca con i Police, i loro dischi ancora oggi suonano magnificamente moderne, e che anche da solista ci ha regalato momenti fantastici sempre accompagnati dal suo basso e dalla sua meravigliosa voce, una delle migliori del circuito rock.

http://www.sting.com/
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Marco Cingottini

 

Marco Cingottini

Sono Marco, ho superato da poco le 50 primavere e sono un appassionato, fin dalla tenerissima età di musica.. Led Zeppelin, Beatles, Queen, Genesis, Smiths, Tool sono solo alcuni dei gruppi che adoro insieme ad artisti come l’immenso Francesco Guccini, De Andrè e Tenco; mi piace esplorare nuove sonorità e quindi conoscere sempre nuovi musicisti..