Senape e la prima de L’Ennesimo

Senape è il primo EP di L’Ennesimo (Paolo Pasqua), un giovane cantautore calabrese che ha iniziato a suonare perché da bambino ha visto una chitarra e ci ha iniziato a giocare. Da lì è nata la passione per la musica : ha suonato per 8 anni in una band post-punk per poi passare all’alternative rock, con testi in inglese e sonorità molto ricercate. Stufo di tutto ciò, ha deciso di prendere in mano la situazione per dar vita al suo progetto da solista.
Così il 4 luglio 2017 esce Senape, il suo primo lavoro, completamente autoprodotto. Il 23 novembre dello stesso anno al B Side di Rende (Cosenza) aprirà il concerto di Gazzelle, uno degli artisti indie-pop più seguiti del momento.

L’album si apre con La prima è dei fessi, pezzo strumentale molto particolare : “è per quei pochi fessi, può piacere a quelli che sono un po’ diversi”. Fogli che si strappano, rumori registrati in camera, il riff deciso di un pianoforte, il tempo scandito dallo sfregare di un accendino e riempito dai suoni di tanti di quegli oggetti che troviamo in un appartamento in città. “E’ una cesura col passato, strappo i fogli dei testi delle canzoni del vecchio gruppo. Così inizia davvero il disco e il mio nuovo progetto”.

“Senape è il nome che nasce perché ho voluto registrare tante voci : eravamo in studio con Francesco Mazzucca, e, dato che la mia attenzione per le armonizzazione vocali ci aveva spinti ad arrivare a registrare la 30esima traccia, mi ha detto : “è come quando c’è troppa senape in un panino”. Però era quello che stavo cercando, quindi mi sono fermato senza lavorarci troppo.”

 

Un basso dritto e “plettrato” apre Artista emergente, il secondo pezzo. L’atmosfera è più new wave, arricchita da sintetizzatori di ogni genere e arpeggiatori, che prendono il sopravvento negli ultimi 30 secondi con un ritmo ossessivo. Il tema è quello del mondo della musica emergente, realtà difficile dove tutti sgomitano per il posto migliore :

“Ed è inutile che spingi, tanto non ci fanno entrare,
questo è un mondo selvaggio, buono solo per scopare”

 

Sigarette è già più malinconico, dove il ritmo si fa più lento e l’armonia più “triste”. Le tastiere sono predominanti e c’è spazio per varie armonie vocali nel ritornello. Il brano è una promessa mantenuta, ma è dichiaratamente nostalgico : “E, ricordi, ho giurato che avrei scritto un pezzo per te”.

“Ed ora sono solo alla stazione che aspetto il mio treno
E all’improvviso mi chiedo perché
Se qualcosa si allontana o incomincia a far male
Diventa perfetta per me”

In Camicia stretta entra in scena la chitarra acustica, unico elemento ritmico del brano, accompagnato solamente dal suono di un violoncello. Il testo è sì riflessivo ma meno cupo di quello del brano precedente :

“E sento che mi chiedi sottovoce di rimanere qua
Nel tempo che è trascorso ho perso la quotidianità
[…] L’ufficio è un dovere e la fretta è una camicia stretta”

 

 

In Spesso il sound ricorda un po’ quello di alcuni pezzi de Lo Stato Sociale, gruppo che, insieme a ICani, Calcutta e Brunori, ha in un certo senso influenzato i testi e le musiche di Paolo. Infatti, malgrado il ritmo più spinto e carico già dal giro iniziale di batteria :

“La paranoia mi mangia, per questo che io suono
Canzoni tutte uguali che ricordano canzoni
Che hanno scritto altri col mio stesso problema”

Canzone di merda conclude il disco : è decisamente un brano più “scanzonato”, con una chitarra che raddoppia le pennate andando avanti col pezzo. L’Ennesimo, questa volta, prende di mira chi si lamenta di quelle cose “brutte” che gli succedono, ma che, alla fine, contano poco. Le voci fuori campo che di tanto intanto intervengono rendono il pezzo molto simpatico e divertente, quasi a voler creare una gag.

“Il mondo è pieno di stronzi, e tu sei uno dei tanti perché ascolti questa canzone ma non compri il mio EP!”

Non farti fuggire l’occasione! Trovi l’EP qui : Spotify, Canale Youtube, SoundCloud

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CREDITS
Paolo Pasqua:  testi e musica
Mix, mastering e direzione artistica: Francesco Clarizio
Francesco Mazzucca: linee di basso in “Spesso”
Andrea Pasqua e Giorgio Drago: testo di “Camicia Stretta”

 

 

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