Roy Lichtenstein: non solo vignette

Lo scopo dell’articolo di oggi è provare a delineare con poche parole la figura di Roy Lichtenstein: generoso artista americano del secolo scorso, celebre soprattutto per le tele che riproducono la tecnica, lo stile e il linguaggio delle vignette dei fumetti.

 

Roy Lichtenstein nasce il 27 ottobre 1923 a New York, città dove morirà nell’agosto de 1997. La sua passione per l’arte inizia a manifestarsi alla fine degli anni ’30, periodo in cui inizia a prendere lezioni di pittura e disegno.

 

 

È in quegli stessi anni che avviene un incontro per lui fondamentale, in grado di cambiare per sempre la sua concezione di arte. Al Museum of Modern Art viene ospitato il celebre quadro “Guernica”. Picasso viene quindi annoverato tra le figure ispiratrici di Lichtenstein insieme a Rembrandt e Daumier. Questo fatto ci permettere di giustificare le opere che Roy licenzierà più tardi nel corso della sua vita, leggibili come studi e citazioni di famosi quadri cubisti, come per esempio “Femme assise dans un fauteuil” del 1963 e il più recente “Reflections on “Painter and Model” del 1990.

 

Pablo Picasso

 

Roy Lichtenstein

 

Nel 1945 giunge in Europa tra i ranghi dell’esercito americano; i paesi in cui è chiamato a svolgere la sua missione sono Francia, Belgio e Germania. Presto, però, torna in America per assistere il padre gravemente ammalato. Qui per mantenere la propria famiglia inizia a insegnare disegno, prima, e a svolgere diversi tipi di lavoro part-time, poi. Non smette, però, di creare e, tra gli anni ’40 e ’50, usando un linguaggio vicino a quello di Klee, realizza disegni ispirati alle fiabe per bambini e ai racconti tipicamente made in U.S.A. di cowboy e indiani.

 

La celebrità arriva negli anni ’60, con opere come “Look Mickey” e “Popeye”, entrambe del 1961.

 

 

Si tratta di due vignette singole estrapolate dalle storie a fumetti di Topolino e Paperino e di Braccio di ferro.

 

Il 10 febbraio del 1962 presso la Leo Castelli Gallery a Lichtenstein verrà dedicata la prima mostra personale. Insieme alle altre opere viene esposto l’iconico “Girl with a ball”, oggi conservato al MoMa. Pare che l’opera fosse stata ispirata dal manifesto pubblicitario di un luogo di villeggiatura molto in voga all’epoca. Tuttavia in seguito all’operazione dell’artista non solo la figura della ragazza viene resa in modo ancora più sommario che nella pubblicità, ma viene anche estrapolata dal suo contesto e presentata all’osservatore in una tela del tutto priva di coordinate spaziali e temporali.

 

 

Il tipico effetto “a puntini” della stampa tipografica a basso costo è reso sulla tela da Lichtenstein grazie a una mascherina di metallo traforata su cui il colore viene steso con un rullo. Inizialmente l’artista si serve di colore a olio ma successivamente adotta il “Bocour’s Magna”, il primo colore acrilico sintetico da diluire con la trementina. Le mezze tinte vengono rese grazie alla tecnica detta dei “Ben-Day dots” e cioè accostando tra loro i colori primari e intervallandoli, dove necessario, con il bianco. La carnagione rosa, per esempio, è data da diversi puntini di magenta su campo bianco.

Nel corso della propria carriera lavora a diverse serie di opere

Vale la pena ricordare il ciclo dell’amore, dove vengono messi alla berlina il melenso romanticismo delle opere della cultura di massa tanto care alla borghesia americana e la figura della donna ad esso correlato, e quello della guerra, in cui gli spari e le azioni belliche vengono rievocati dai suoni onomatopeici tipici del linguaggio dei fumetti.

 

 

Indaga, inoltre, nuove possibilità dell’arte classica nella serie di dipinti aperta da “Temple of Apollo”.

 

Lichtenstein è noto anche per i quadri intitolati “Brushstroke”: l’osservatore è posto davanti a una gigantesca pennellata colorata su uno sfondo trattato a “Ben-Day dots”.

 

Più tardi, negli anni ’70, l’artista scopre l’utilizzo dell’aerografo. L’uso di questo particolare strumento è verificabile nella serie “Mirrors”.

 

In alcune nature morte di quegli stessi anni si possono, inoltre, notare citazioni di altri pittori, ad esempio la vasca con i pesci rossi ripresa da Matisse. Talvolta, in questi casi, il sistema di puntini è sostituito da sottili bande bianche e nere tracciate in diagonale.

Nell’ultimo periodo della sua produzione l’ispirazione continua a giungergli da correnti artistiche contemporanee e non: futurismo, purismo e surrealismo emergono di volta in volta nelle sue opere.

In ogni caso l’utilizzo di diversi linguaggi non tradisce mai lo stile unico e particolare dell’autore: uno stile autenticamente “Pop” che, ancora oggi, ci permette di amarlo e di riconoscerlo a colpo sicuro tra tanti imitatori.

M.N.Tavano