I racconti che mai dimenticheremo

27 gennaio 1945 – 27 gennaio 2015.

Settant’anni sono passati dal giorno della “liberazione” di molte persone rinchiuse nei campi di concentramento (maggioranza ebrea). Ma non è sicuramente un giorno di grande festa, è principalmente una giornata di memoria, istituita per ricordare le vittime di questo enorme “Olocausto”, ma anche di tutti i genocidi, le uccisioni causate dal razzismo e dalla stupidità umana, e di tutte le discriminazioni.

Vogliamo che sia una giornata piena di MEMORIA, di ricordi, di storie, ma soprattutto di riflessioni e di insegnamenti. Tutto ciò non può passare inosservato, non si può e non si deve dimenticare la storia, bella o brutta che sia, perché la storia è maestra di vita, la storia e l’esperienza ci insegnano a non sbagliare (o almeno, ci avvertono bene di non rifare gli stessi errori).

L’insegnamento principale deve essere questo : non dimenticare per non ricadere nell’errore.

Ora, potreste chiederci “ma sono passati settant’anni, è una realtà ben lontana dalla nostra, perché si continua con questa festa?”. La risposta è semplice : nonostante non ci siano stati negli ultimi giorni casi eclatanti come questo, ci sono altri genocidi, altre stragi di innocenti e altre violenze ingiuste che giornalmente (anche a nostra insaputa) accadono. Inoltre è un dovere morale e “umano”, ricordare questo, portare avanti nella storia questi avvenimenti e portare rispetto a chi è morto o a chi ha vissuto una brutta esistenza per colpa di queste situazioni.
Non si può ancora nel 2015, giustificare l’uccisione di milioni di uomini. Non si può.

L’uomo si evolve o regredisce?

Giorni fa mi dissero “Il progresso non è solo la tecnologia alle stelle, i telefonini, il teletrasporto, l’uomo sulla luna e tutte queste evoluzioni dovute alla tecnologia. Il progresso è principalmente l’evoluzione civile e morale dell’umanità, è avere un’umanità sana, ricca di princìpi e valori sani, che non cada nella violenza e nell’errore. Questo è il progresso”.

Il nostro pensiero (e di conseguenza il nostro agire) deve essere contro ogni forma di violenza, di razzismo, di distinzione in negativo e di ingiustizia; noi siamo per un mondo migliore, che deve nascere da ognuno di noi, da ogni cittadino e uomo del mondo, perché siamo noi la base del mondo, e se la base è malata, il mondo è ancora più malato!

Proponiamo dunque una serie di brevi letture sul tema : olocausto e libertà.

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Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.

Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.

dal libro “La notte” di Elie Wiesel
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Ecco diverse lettere dai Diari di Anna Frank

9 ottobre 1942

Cara Kitty,

oggi non posso darti che notizie brutte e deprimenti. Stanno arrestando, a gruppi, tutti i nostri amici ebrei. La Gestapo è tutt’altro che riguardosa con questa gente; vengono trasportati in carri bestiame a Westerbork, il grande campo di concentramento per eberei nella Drenthe.[.]

Westerbork dev’essere terribile; per centinaia di persone un solo lavatoio e pochissime latrine… Fuggire è impossibile; quasi tutti gli ospiti del campo sono riconoscibili dai loro crani rasati e molti anche dal loro aspetto ebraico.
Se in Olanda stanno già così male, come saranno nelle contrade barbare e lontane dove li mandano? Supponiamo cheper lo più vengano assassinati. La radio inglese dice che li gasano. Forse è il metodo più spiccio per morire. Sono molto turbata.

Venerdì 29 ottobre 1943

Mi sento come un uccello che vorrebbe volare in alto ma continua a sbattere le ali contro la gabbia, nell’oscurità più totale.

Sabato 15 luglio 1944

È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili.»

 

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“L’uomo, ogni singolo uomo, è solo. Nessuno lo può aiutare. I legami di sangue sono svaniti, le amicizie non sussistono. Dio, in un momento tale, non esiste. O è molto lontano.”

“Non mi toglierai il nome: troverò in me la forza di conservarlo, e sarai tu stesso, con il tuo odio, con il tuo disprezzo, a donarmi tale forza; tu stesso ti distruggerai per l’inutile desiderio di annullare il mio corpo. È questo ciò che un osservatore esterno riesce a pensare.”

“Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.”

“24 gennaio. Libertà. La breccia nel filo spinato ce ne dava l’immagine concreta. A porvi mente con attenzione voleva dire non più tedeschi, non più selezioni, non lavoro, non botte, non appelli, e forse, più tardi, il ritorno. Ma ci voleva sforzo per convincersene e nessuno aveva tempo di goderne.”

da “Se questo è un uomo”, Primo Levi, 1976

 

 

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Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..