Poirot, l’ingegno investigativo

Quando si parla di letteratura, si intende sempre parlare degli scrittori che hanno caratterizzato la sua storia nel corso dei secoli, quasi mai ci si sofferma sui personaggi che hanno preso vita nelle pagine dei vari racconti, ed è vero che generalmente essi nascevano e morivano, alcune volte anche fisicamente, nell’ambito del romanzo stesso : mi viene in mente quello che io preferisco in assoluto e cioè Jean Valjean protagonista del capolavoro di Victor Hugo I miserabili.

Uno dei primi personaggi che mi viene in mente e che è stato protagonista di più racconti è Auguste Dupin investigatore nato dalla penna di Edgar Allan Poe e apparso per la prima volta ne “I delitti della Rue Morgue” nel 1841, mentre un secondo è il celeberrimo Sherlock Holmes creato da sir Arthur Conan Doyle che esordì nel 1887 nel romanzo “Uno Studio in Rosso” e fu protagonista insieme al fido John Watson di svariate indagini poliziesche.

Quello di cui invece vi voglio parlare è l’investigatore del giallo classico per antonomasia e cioè Hercule Poirot nato dalla fantasia delle scrittrice inglese Agatha Christie e protagonista di quasi 40 tra romanzi e piccoli racconti dal primo “Poirot a Styles Court” del 1920 all’ultimo “Sipario” pubblicato nel 1975 poco prima della morte della giallista.

 

The British writer Agatha Christie (Photo by Mondadori Portfolio via Getty Images)
The British writer Agatha Christie (Photo by Mondadori Portfolio via Getty Images)

 

Oggi gli appassionati di polizieschi sono abituati ai metodi della Polizia Forense presente nelle varie serie televisive come CSI (Las Vegas, New York, Miami) dove macchinari moderni che permettono esami approfonditi di ogni singola prova danno la possibilità di trovare le soluzioni del caso in maniera abbastanza veloce – e mi permetto di dire poco credibile – ma nella prima metà del secolo scorso tutto questo era fantascienza e bisognava avere un fiuto ed un acume fuori dal comune per riuscire ad individuare i colpevoli dei delitti, anche perché di esami del DNA non se ne parlava proprio e per quanto riguarda le impronte digitali, beh bastava mettersi un paio di guanti e l’assassino evitava ogni complicazione. Per cui bisognava usare quelle che Poirot chiamava “celluline grigie” del nostro cervello per riuscire a dissipare qualsiasi mistero.

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Antipatichello e presuntuoso un po’ come il suo fratello maggiore Sherlock Holmes, Hercule Poirot, ex ispettore della polizia belga profugo in Inghilterra alla fine della prima guerra mondiale, diventa un valente investigatore proprio in terra d’Albione che viene chiamato ben volentieri a collaborare talvolta con la polizia di sua maestà britannica o come da prassi di tutti i detective privati a casi su richiesta di eventuali clienti e con la sua arguzia fatta di osservazioni precise delle scene del crimine e di una conoscenza profonda dei veleni : la Christie infatti aveva lavorato presso l’ospedale di Torquay durante la Prima guerra Mondiale imparando molto sull’effetto di veleni e medicinali sugli esseri umani e delle armi in genere a risolvere i delitti più intrigati. Nei romanzi che hanno protagonista Poirot ci si immerge in un mondo fatto di omicidi efferati generalmente nell’ambito della società borghese dell’Inghilterra della prima metà del Novecento e leggendoli quello che colpisce non è solo la capacità del protagonista di inchiodare il colpevole con prove inattaccabili ma ci si sorprende a vedere come la Christie tenda regolarmente a mandarci fuori strada con indizi fuorvianti che sembrano portare ad una soluzione vincente prima che il valente Poirot smonti tutto per consegnarci, nel solito finale svolto di fronte a tutti gli indiziati, quella valida a risolvere il caso.

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Provate a leggere, se ancora non li conoscete, “L’assassino di Roger Ackroyd”, “Poirot sul Nilo” o il celeberrimo “Assassinio sull’Orient Express”, se non ne sapete nulla, soprattutto per quanto riguarda l’ultimo che ho indicato, mentre andrete avanti nel racconto rischierete d’impazzire non riuscendo a capire quale possa essere la soluzione dell’intrigo ed è lì che il genio di Hercule Poirot esce fuori in maniera chiara ed incontrovertibile e vi troverete incantati a plaudire le sue straordinarie capacità. Credetemi, ne ho letti tanti di romanzi gialli.. a proposito, lo sapete che il temine “giallo” è tipicamente italiano e prende il nome dalla collana di racconti polizieschi della Mondadori chiamata appunto i “gialli” dal colore delle copertine dei libri pubblicati? Ma difficilmente sono riuscito ad individuare il nome dell’assassino prima della pagina finale, cosa che invece ho trovato più facile nei romanzi di Miss Marple l’altra investigatrice creata da Agatha Christie.

 

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Per cui, nonostante siano stati girati numerosi film tratti dai romanzi che vedono protagonista Hercule Poirot (molto bella la serie prodotta dalla TV interpretata dall’attore inglese David Suchet), vi invito, se vi appassiona il genere e se ancora non lo avete fatto, a leggere i libri che lo riguardano : andrete non solo alla scoperta di un mondo che non esiste più, ma sarete partecipi di indagini che vi appassioneranno dalla prima all’ultima pagina.

 

Marco Cingottini

 

Marco Cingottini

Sono Marco, ho superato da poco le 50 primavere e sono un appassionato, fin dalla tenerissima età di musica.. Led Zeppelin, Beatles, Queen, Genesis, Smiths, Tool sono solo alcuni dei gruppi che adoro insieme ad artisti come l’immenso Francesco Guccini, De Andrè e Tenco; mi piace esplorare nuove sonorità e quindi conoscere sempre nuovi musicisti..