Perché spendere nello spazio

Abbiamo sentito in questi mesi parlare molto della riuscita di alcune missioni spaziali, come testimoniano ad esempio le foto di Plutone scattate dalla sonda “New Horizons” o la recente scoperta dell’acqua su Marte. Grande eco ha dato inoltre la presenza sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale) della nostra connazionale Samantha Cristoforetti, la quale ha passato circa 200 giorni lassù, mandandoci ogni giorno decine di fotografie della sua vita nello spazio. Molta gente, soprattutto attraverso i social, ha manifestato il proprio malcontento, affermando che l’astronauta italiana era messa lì “per fare niente, prendendo uno stipendio rubato”. A rincarare la dose la dichiarazione della giornalista Selvaggia Lucarelli che ha scritto sul suo profilo Facebook di essersi stancata di sentir parlare di Astrosamantha, la quale non deve essere considerata un’eroina quando invece le vere superdonne sono le casalinghe che ogni giorno lavorano senza ottenere nulla in cambio. Premettendo che la nostra Sam per la missione ha percepito un onorario di circa 6000 euro mensili (poco più di un sindaco, molto meno di un qualsiasi consigliere regionale), il suo “far niente” consisteva invece nel condurre vari esperimenti che possono essere fatti solamente nello spazio. Questi esperimenti non sono inutili e dispendiosi, come pensa qualcuno, ma cercano di farci arrivare a uno sviluppo tecnologico che ci porterà ad aumentare il nostro raggio di esplorazione spaziale fino a limiti ancora a noi sconosciuti.

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Fin dall’inizio della corsa allo spazio inoltre, la ricerca spaziale ha portato frutti anche sulla Terra, eccone alcuni esempi: protesi per disabili, coagulometri tascabili (dispositivi che tengono sotto controllo il livello del sangue, utile in terapie anticoagulanti), visori termografici (utili ai pompieri durante gli incendi per visualizzare i focolai e le persone da soccorrere), fotocamere digitali, sviluppo nell’industria del packaging, Cronidur30 (lega di acciaio anticorrosione), aerogel (una sostanza che isola dagli scambi di calore dai -50 ai 3000 °C), per non parlare dei pannelli solari usati nelle sonde, e dei cellulari satellitari che sfruttano appunto i satelliti in orbita attorno il nostro pianeta. La critica più frequente alla ricerca spaziale è data dalla frase: “perché spendere soldi per trovare l’acqua su Marte quando nelle zone aride dell’Africa non arriva l’acqua” (e varianti varie). La critica, che in un primo momento può sembrare moralmente sensata, è però alla fine priva di senso . Analizzando i costi si capisce subito come le missioni costino davvero poco al singolo cittadino (La missione Rosetta è costata ai cittadini europei 3,50 euro a testa per il totale dei 19 anni in cui è stata attiva, circa 20 centesimi all’anno) e come quindi non gravino sulla spesa totale come si può pensare. Quindi i soldi da usare per aiutare l’Africa non vengono tolti dalla ricerca spaziale, che invece aiuta essa stessa. Un esempio è dato dallo sviluppo di un depuratore d’acqua sviluppato sulla ISS per evitare il bisogno di caricare durante il viaggio grandi scorte di acqua. Esso permette di riciclare le urine e il sudore, trasformandoli in acqua potabile. Questi dispositivi sono stati recentemente utilizzati in alcuni villaggi africani in cui risulta difficile reperire acqua potabile.

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Per chi ancora non fosse ancora convinto ecco un altro esempio mostrato attraverso un aneddoto.

Esisteva in Germania circa 400 anni fa un conte molto facoltoso, il quale distribuiva ai poveri della sua città grandi quantità di denaro per permetter loro una vita meno difficile. Un giorno venne nel suo villaggio un giovane scienziato, che utilizzava diversi tipi di lenti per vedere gli oggetti più piccoli. Il conte lo prese con sé a corte, finanziando le sue ricerche. Questo suscitò il malcontento del popolo, che si sentì tradito. Il pensiero comune era: “Perché il conte finanzia quei giochi inutili invece di aiutare la povera gente che muore di fame e malattie?”. Nel lungo termine la scelta del conte si rivelò giusta perché lo studio negli anni seguenti delle lenti portò all’invenzione del microscopio e al conseguente debellamento di molte malattie. I soldi spesi nella ricerca sono quindi soldi “spesi bene”, e anche se nel corto termine possono sembrare spese inutili, causate dalla brama umana di espandersi sempre di più e conquistare altre terre da rovinare come ha fatto con la Terra, presto o tardi esse saranno (alcune già lo sono) di fondamentale importanza per la vita umana.

 

 

Michele Cintorino

 

 

Michele Cintorino

Sono Michele, uno studente di ingegneria aerospaziale del Politecnico di Milano. Mi piace leggere, suonare e quando ho del tempo libero anche scrivere qualcosa. Mi piace vedere la realtà dal punto di vista scientifico e capire cosa sta dietro a ciò che ci circonda...