Napul’è mille suoni: la musica partenopea

Se c’è una città dove musica, cinema, teatro e arte hanno sempre trovato terreno fertile, questa è sicuramente Napoli. Il capoluogo campano ha sfornato nel corso del ‘900 talmente tanti talenti che risulta anche difficile elencarli tutti.

A cominciare da quel Caruso, cantante lirico celebrato da Lucio Dalla in un famosissimo brano, Napoli ci ha sempre offerto artisti di livello eccelso; come non ricordare nel teatro Eduardo e Peppino De Filippo e nel cinema Totò e Massimo Troisi?

A cura di Marco Cingottini

Ma noi oggi vogliamo focalizzare il discorso sulla parte strettamente musicale, senza dimenticare che anche il buon Totò scrisse brani celebri come “Malafemmena”, e partiremo  da un artista straordinario: Renato Carosone. La sua genialità nel saper portare un genere musicale, lo swing, nel nostro paese, fondendolo con la nostra tradizione – “ Tu vuo’ fa’ l’americano” è un esempio classico – lo colloca tra i più grandi artisti partenopei, e non solo, del secolo scorso. Per ottenere questo si attornia di musicisti di alto livello, così brani che sembrano semplici nascondono invece arrangiamenti ed esecuzioni magistrali. E’ l’esempio di come nella città partenopea si lavori in anche in maniera moderna. Carosone diventa in poco tempo popolarissimo, siamo negli anni ’50, e i suoi brani sono ormai diventati dei classici come “Torero”, “Caravan Petrol” e “O’ Sarracino”.

http://www.napoliflash24.it/renato-carosone/

La tradizione in quegli anni è soprattutto rappresentata da Roberto Murolo, il maggiore interprete della napoletanità in musica; negli anni a venire si esibirà anche con artisti del calibro di Fabrizio De Andre’.

Dalla fine degli anni ’60 si opera una vera svolta nella scena musicale. Essa si presenta attraverso diverse realtà, la prima, e una delle più famose, è sicuramente quella dei fratelli Bennato: Edoardo, il più famoso dei due, si impone come cantautore impegnato, partendo da un sound che deve molto a Bob Dylan, sviluppa un suo percorso che lo porta a scrivere album  capolavoro come “I Buoni e i Cattivi” e, soprattutto, “Burattino Senza Fili”, la favola di Pinocchio come spunto per una metafora sulla società di quel periodo. Il fratello Eugenio, invece, decide di dedicarsi al recupero della canzone folk napoletana con una formazione, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, che attraverso un lavoro enorme, iniziato già nel 1966, riesce a valorizzare brani entrati a far parte della tradizione della canzone napoletana come ad  esempio la celebre “Tammurriata Nera”.  In questo progetto sono presenti artisti come Roberto De Simone, Carlo D’Angiò – con cui Eugenio Bennato condivise anche l’esperienza Musica Nova – e Peppe Barra.

Edoardo ed Eugenio Bennato
https://www.youtube.com/watch?v=sHzbPiofqRs

Ma c’è anche una scena Prog, ed è rappresentata dal gruppo degli Osanna, tra le migliori band italiane di quel genere in quel periodo,  e da un giovane Alan Sorrenti che, prima di raggiungere il grande successo con brani pop come “Figli delle stelle”, incide tra il 1972 e il 1976 quattro album di ottimo progressive, cimentandosi anche in una interessante cover del classico “Dicitencello Vuje”. Da sottolineare anche il lavoro della sorella Jenny, meno conosciuta ma apprezzatissima dagli appassionati di musica italiana, che riesce a fondere folk prog e cantautorato in maniera apprezzabile.

https://www.discogs.com/it/Alan-Sorrenti-Aria/release/2663615

Alla fine degli anni ’70 si affaccia quello che diventerà uno dei più famosi artisti napoletani : Pino Daniele.

Forte di una tecnica chitarristica notevole e accompagnato da musicisti straordinari, si presenta con alcuni lavori interessanti, contenenti alcuni gioielli come “Napule è”, “Terra Mia” “Je so’ Pazzo”, fino all’esplosione con il capolavoro “Nero a Metà”, che lo consacra stella assoluta del firmamento musicale italiano. Il suo stile, che mescola Blues  e tradizione mediterranea, rimane ancora oggi riconoscibilissimo.

Doveroso citare anche altri artisti che, nell’ambito della città partenopea, si sono fatti luce in quegli anni come Enzo Avitabile e Nino Buonocore, e la splendida Teresa De Sio, a testimonianza di come la scena napoletana sia sempre stata ricca di talenti

Nei decenni successivi, nonostante il panorama musicale fosse cambiato, Napoli riesce comunque a produrre band molto interessanti e moderne:  da quel centro sociale “Officina 99”, che era diventato un punto di riferimento per le nuove generazioni partenopee  dove Rap, Trip Hop, Dub e Reggae rappresentano i nuovi suoni che vengono prodotti in quel periodo, ecco uscire band come i 99 Posse e  gli Almamegretta, gruppo di punta di tutto il movimento capace di album interessantissimi e con un leader carismatico come Raiss (al secolo Gennaro Della Volpe). Insomma anche in questo contesto Napoli si dimostra all’avanguardia. Una  citazione particolare per gli Avion Travel, provenienti da Caserta, ma che si inseriscono, con la loro musica molto raffinata, nella tradizione della musica campana.

https://wikitesti.com/pace_-_almamegretta/

Non si può concludere questo articolo senza ricordare quella fucina di musicisti partenopei che hanno accompagnato artisti come Edordo Bennato o Pino Daniele: Toni Esposito, Tullio De Piscopo, Gigi De Rienzo, James Senese e Ernesto Vitolo non sono stati solamente dei semplici turnisti, ma hanno collaborato in maniera decisiva all’affermazione della nuova musica napoletana nel mondo.

 

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..