“Meeresstille” di Böcklin: mistero e terrore.

In questo breve articolo parliamo di un dipinto del 1887, attualmente conservato al Kunstmuseum di Berna, intitolato “Meeresstille”: letteralmente “bonaccia”, “calma di mare”.

 

 

L’autore è Arnold Böcklin (Basilea 16 ottobre 1827 – Fiesole 16 gennaio 1901), pittore considerato dagli studiosi uno dei più capaci interpreti e continuatori del linguaggio pittorico simbolista di cui era stato padre Gustave Moreau .

 

 

La tela ci descrive un cielo insondabilmente grigio che si specchia in un brano di mare da cui affiora pesante uno scoglio. Su di esso giace una ceratura fantastica: una donna con una lunga coda da pesce, si tratta di una nereide. Vicino a lei scorgiamo tre uccelli marini dal corpo candido e dalla testa nera. Guardando più attentamente ci rendiamo conto del fatto che la nereide non è da sola. Poco sotto il pelo dell’acqua, infatti, galleggia un altro mitico abitante degli abissi: un tritone.

 

La protagonista sembra voler far leva su un braccio per alzare il proprio busto mentre i suoi occhi si sgranano contemporaneamente torvi, increduli e timorosi. L’espressione del tritone appare ancora più angosciata e la sensazione di paura che ci trasmette è amplificata dalla dimensione dei suoi occhi e dalla posizione della testa buttata all’indietro e schiacciata contro il limite della tela.

 

I due guardano nella stessa direzione, verso un punto che si trova al di fuori dello spazio individuato dal dipinto.

Allo spettatore non è dato sapere chi o cosa sia sopraggiunto né cosa stia realmente accadendo: non c’è alcun modo di risolvere l’enigma.

Proprio questo è il motivo per cui è del tutto impossibile restare indifferenti di fronte a “Meeresstille”. Böcklin ci tiene sotto scacco perché sa bene che la paura che non conosciamo è più potente e più crudele di quella che possiamo chiamare per nome.