Mamma e figlia: la differenza attraverso gli occhi delle protagoniste di Due Partite

Che rapporto avete con le vostre madri? O meglio, cosa pensate delle loro scelte di vita, delle strade che hanno preso o di quelle che hanno abbandonato?

Vi sembra che il vostro carattere somigli al loro o pensate che sia totalmente l’opposto?

Due Partite, l’opera teatrale di Cristina Comencini, tratta di questo.

Ci troviamo negli anni sessanta, attorno ad un tavolo. Sedute, intente a giocare a carte, vediamo quattro amiche: Claudia, Gabriella, Sofia e Beatrice. Ognuna di queste donne ha una personalità molto interessante. Claudia, per esempio, è una fiera madre di tre figli, sempre allegra e sorridente, talmente innamorata della famiglia che non perde occasione per vantarsi della propria con le altre – le quali però sono perfettamente a conoscenza della presenza di un’amante nella vita del marito di Claudia, dettaglio che quest’ultima tenta in ogni modo di nascondere, sia alle amiche che ai propri occhi. Poi abbiamo Gabriella, una pianista che ha abbandonato la musica ed il sogno di suonare per stare accanto al marito, anch’egli musicista. Non avendo altro da fare, Gabriella ha riversato addosso al coniuge tutte le sue attenzioni, finendo per attaccarsi a lui in modo morboso, accompagnata dalla vana convinzione che l’appagare con successo ogni desiderio dell’amato la distogliesse dal senso di colpa per aver accantonato la sua più grande passione.

Sofia, invece, ha un approccio piuttosto differente per quanto riguarda il matrimonio rispetto alle altre due: lei si sposò solo e soltanto perché rimase incinta. Non è tagliata per fare la madre, né tantomeno per fare la moglie. Ha una seconda casa, nella quale si incontra con il suo amante. Possiede, a tutti gli effetti, una seconda vita. Una seconda vita che però non si allontana troppo da quella delle sue amiche: anche la sua è innegabilmente infelice. L’unica soddisfatta sembrerebbe Beatrice, la quale è perdutamente innamorata, sposata e sta per avere una figlia. A renderla inquieta sono più che altro i discorsi negativi delle amiche, le quali non fanno altro che lamentarsi davanti a lei dei loro sogni distrutti e delle tragiche pieghe che le loro relazioni hanno preso.

Trent’anni dopo, attorno a quello stesso tavolo, vediamo le figlie delle quattro precedenti protagoniste, riunite dal drammatico suicidio di Beatrice, causato dalla troppa solitudine che affermava di provare. Conosciamo quindi Rossana, la figlia di Sofia, la quale – a differenza della madre, che viveva una doppia vita – a fatica riesce a viverne una, perché i suoi turni a lavoro non combaciano affatto con quelli del fidanzato. Vediamo poi Cecilia, figlia di Claudia, che dalla madre ha senz’altro ereditato l’amore per la famiglia, ma le è impossibile averne una poiché single e, nel disperato desiderio di avere un bambino, cerca aiuto nell’inseminazione artificiale, senza purtroppo ottenere grandi soddisfazioni.

In ritardo arriva poi Sara, la figlia di Gabriella, appena scesa da un aereo: al contrario della mamma, lei è riuscita a vivere di musica, suonando il pianoforte in giro per il mondo ed ha trovato anche marito – il quale è ossessivamente dipendente da lei. Infine, distrutta, vediamo anche Giulia, troppo abbattuta per mostrarci quante affinità abbia avuto la sua vita con quella della madre. L’unica differenza che si può notare fra le due è che Beatrice, nonostante la paura del futuro, riusciva a trasmettere gioia ed allegria, mentre la povera Giulia può solo limitarsi ad incarnare la figura della avvilita orfana di madre.

In questa opera vediamo come la vita delle figlie subisca una sorta di “contrappasso” rispetto a quella delle genitrici: esse, infatti, o seguono i passi delle loro madri, o scelgono una strada totalmente differente. Riflettiamo inoltre su come il ruolo della donna sia più o meno variato nel tempo. Ciò che però possiamo soprattutto notare è che, nonostante il tempo trascorso, nonostante il progresso, nonostante l’emancipazione ed il riscatto, le inquietudini e le angosce dell’essere donna non sono poi così cambiate negli anni, né si possono definire diminuite.

Sabrina Pintor

LINK PER VEDERE L’OPERA TEATRALE INTERA IN STREAMING: https://www.youtube.com/playlist?list=PL3F9C0E03FB7205CF