La forza dei giovani guida la società

La forza giovanile è sempre stata influente nella storia del mondo e di ogni civiltà, perché è la forza più viva, motivata e piena di speranza che, nella sua maturità, trova la dinamicità necessaria per spezzare le catene bloccate e arrugginite di un mondo in crisi che ha spesso bisogno di essere cambiato.

 

 

Già ai tempi dell’antica Roma, al giovane maturo (17 anni) veniva consegnata la toga virile, poiché veniva considerato adulto, responsabile e membro attivo della società e del “forum”; ma non era solo un simbolo : era un messaggio di fiducia nel mondo giovanile e di incoraggiamento nei confronti del giovane, che usciva dalle mura di casa e “lavorava” nella “città” relazionandosi con gli altri.
Al giorno d’oggi, però, i giovani sembrano aver dimenticato cosa siano la società, l’agire e il collaborare; forse perché spesso in loro l’egoismo prevale sull’altruismo e la voglia di fare qualcosa è soffocata dalla paura di sbagliare o dalla semplice pigrizia. Il mondo giovanile sta vivendo un momento di fortissima crisi : vediamo sempre più giovani disoccupati o nullafacenti “marcire” davanti ad un pc o ad un telefono (catalogati come “parassiti della società”) piuttosto che studiare, lavorare, aiutare nel sociale o interessarsi alla politica. Ed è proprio la politica, una delle cose che oggi può provare a cambiare lo “status quo”, ad essere vista come una “brutta bestia cattiva” da evitare, come lontana dai giovani o come un grande sistema dove tutti (a priori) sono corrotti o “rubano”; infatti, secondo molti giovani, la politica, arte di governare e “vivere” lo Stato, è diventata “arte di rubare il denaro pubblico”.

 

 

12/10/2012 manifestazione studenti to / andreja retsek

 

Ciò che non sanno, è che la politica nasce proprio dai giovani : ne è un esempio lampante (da condannare però) il fascismo, che puntava a creare proprio nel giovane “balilla” o “avanguardista” una nuova cultura, delle idee (imposte e accompagnate da una  mirata educazione) e dei “sentimenti” di fiducia e patriottismo, poiché credeva che la forza e l’entusiasmo dei giovani avrebbero dato un’importante spinta verso la attuazione di quel desiderato sistema. Infatti, nel discorso alla camera del 3 gennaio 1925 (definito dallo storico Renzo de Felice “un mezzo colpo di stato”), l’allora presidente del consiglio, Benito Mussolini, descrisse il fascismo come una “passione superba della migliore gioventù italiana”. In seguito, diversi leader politici hanno spinto e stimolato i giovani alla politica, cercando di dare alla “cosa pubblica” uno stampo più fresco, nuovo e giovanile.

Soprattutto nel periodo di ricostruzione, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la forza giovanile ha segnato fortemente la vita politico-sociale italiana ed internazionale : basti pensare a tutte le lotte sociali, ai cortei dei pacifisti, ai “figli dei fiori”, alla rivoluzione del ’68 e alla partecipazione viva alle assemblee politiche di partito, luoghi e momenti anche di incontro, scambio e confronto per giovani di ogni età (e non solo).

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Dirà Aldo Moro (XI Congresso Nazionale della DC, 29 giugno 1969) : “l’immissione della linfa vitale dell’entusiasmo, del rifiuto dell’esistente, propria dei giovani, nella società […] è una necessità vitale, perché una tale società non può essere creata senza l’attiva presenza”; valorizza così le componenti che caratterizzano l’età giovanile, età di freschezza, di sogni e di vitalità, consegnando ai giovani le chiavi del “vecchio mondo” e mettendo in risalto il bisogno di energia e partecipazione che la “vita attiva” richiede.

Ma affinché i giovani possano affrontare il mondo e vivere bene al suo interno, bisogna formarli nel migliore dei modi, perché la loro età è anche quella dell’apprendimento, della conoscenza e della formazione; di questo parla Palmiro Togliatti (Discorso alla conferenza nazionale giovanile del PCI, Roma 22-24 maggio 1947) : “aiutarli (i giovani) a comprendere come si svolgono le cose nel mondo, a comprendere il perché delle lotte politiche e sociali […] e quindi il perché della nostra patria e della triste sorte odierna della sua gioventù”.

 

SCUOLA: STUDENTI MEDI IN CORTEO NEL CENTRO DI ROMA

 

 

I giovani devono quindi rimboccarsi le maniche e iniziare a creare, con l’azione e l’intelletto, una nuova e fresca società che valorizzi il loro ruolo all’interno di essa e li renda più partecipi a ciò che è pubblico, poiché il futuro appartiene a loro : sono loro le menti sveglie che sentono il bisogno di innovazione e cambiamento, sono loro quelli che cercano la libertà di essere se stessi senza pregiudizi o barriere, sono loro che non si accontentano dello stato di cose attuali e sottopongono tutto a contestazione, cercando di capire cosa è buono ed utile e cosa magari è da evitare, sono loro quelli che imparano dagli errori, e che soprattutto hanno il dovere di cambiare il mondo in meglio, rendendolo più vivibile e necessariamente più umano.

Una società senza giovani, è una società senza vita e senza futuro : una società malata.

Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.

Antonio Gramsci, da “L’ordine nuovo”

 

 

 

Roberto Testa

 

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..