La fortuna di esser donna

Maschilismo : /ma-schi-lì-smo/
Sostantivo maschile. La presunta superiorità dell’uomo sulla donna, tradizionalmente connessa con gli attributi della virilità; l’atteggiamento o il comportamento che ne deriva, nei suoi riflessi sociali.

Tutto al giorno d’oggi, già a partire dalla definizione data da un semplice vocabolario, condanna il maschilismo come un becero mostro da ripudiare. Ogni volta che si affaccia sul panorama d’informazione un caso di “maschilismo”, si assiste ad adunate di vere e proprie masse pronte a marciare e condannare, armate di torce e forconi. Da che io abbia memoria, mi è sempre stato inculcato in testa il semplice concetto che donne e uomini siano uguali da (quasi) tutti i punti di vista.

 

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Nella versione edulcorata della realtà che si vive durante tutta l’infanzia e la prima adolescenza, al riparo tra i banchi di scuola, guidati da qualcuno che ti indica saggiamente cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, sei portato a credere che magari, alla fine, sia davvero così. In fondo le donne lavorano come gli uomini, hanno il diritto di votare come gli uomini, hanno il diritto di esprimere le proprie idee. Esattamente come gli uomini. Se da bambina il compagnetto di turno ti insultava, avevi il diritto di andare dalla maestra a protestare. Se al liceo ti venivano rivolte parole pesanti, era un dovere quasi morale dell’insegnante quello di ripetere di nuovo la favola raccontata tante e tante volte: le donne sono speciali e non vanno toccate nemmeno con un fiore.
Essere donna è meraviglioso, questa è una cosa di cui sono fermamente convinta. Già da bambina amavo leggere le migliaia di storie che sono state scritte sulle donne coraggiose che, con le unghie e con i denti, sfidando tutte le convenzioni e i pregiudizi sul loro conto, riuscivano alla fine a vincere ed ottenere quello che era loro di diritto. Mi sembrava qualcosa di splendido, ma come sempre, se non vivi le cose in prima persona non puoi davvero renderti conto di quale sia la realtà dei fatti. Sui libri di scuola ho letto diligentemente di come le donne si siano guadagnate il diritto di votare, di come le donne in tutte le guerre del mondo si siano armate e siano scese in campo al fianco degli uomini per difendere ciò in cui credevano.
Ma se c’è una cosa che adesso, a diciannove anni, inizio a realizzare è che avere il diritto di urlare a gran voce le tue idee, non ti assicura il diritto di essere ascoltata. La visione della donna è cambiata migliaia di volte nel corso dei secoli, ma sin dalla notte dei tempi una caratteristica è rimasta invariata. La donna, nata dalla costola del fantomatico uomo, è inferiore. È la dolce principessa da proteggere, è la donna angelo da venerare, è la donna-mamma da tenere in casa ad allevare i figli. È la donna che deve stare sempre un passo indietro. Iniziando a muovere i primi passi in questo spaventoso “mondo esterno” osservato sempre con le spalle bene al caldo, mi rendo conto di come ottenere qualcosa in cui si crede non sia poi facile come ti raccontano i libri. Affermarsi come persona è più difficile di quanto mai avrei creduto. Essere vista come una persona in quanto tale (con la propria intelligenza e la propria volontà) può risultare problematico, se non addirittura svilente. Perché, se nei secoli precedenti ci sono stati tanti e tanti modi di interpretare il ruolo femminile, in quello odierno si è affermato prepotentemente il ruolo della “donna stampino”.

 

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Le donne devono infatti essere tutte uguali. Belle, perché dove vai se non sei bella? Gentili, perché quale uomo potrebbe mai innamorarsi di te se non sei gentile? Piatte. Intellettualmente piatte. Perché se hai una volontà e hai un cervello pensante, a molti uomini fai paura. E a poco serve negarlo, in un mondo creato dagli uomini per gli uomini, rompere gli schemi equivale a volte a rompersi qualche osso. La voglia di arrendermi l’ho già assaggiata. Ho passato attimi in cui ero fermamente convinta che sarebbe stato più facile non essere così testarda e lasciar perdere, ho quasi alzato la bandiera bianca. Ho sentito il gusto amaro della sconfitta in bocca e sono stata tentata di uniformarmi anche io all’immaginario odierno di femminilità. Ma poi ho capito. Ho capito che la meravigliosità dell’essere donna sta proprio in questo. Ho capito che la voglia di arrendersi l’avranno provata tante e tante volte anche tutte le donne di cui amo tanto leggere le storie, ho capito che il bello della vittoria sta proprio nel superare anche i “limiti invalicabili”. Sta tutto nel compiere il prossimo passo. Sta tutto nell’andare oltre chi ti dice che sei sbagliata, che dovresti essere diversa e che faresti meglio a volare basso. Il segreto sta nel circondarsi di persone (in quanto tali) che ti aiutino a spiccare il volo e che non ti tengano ancorata a terra. Perché la forza di dire di no la si trova sempre, così come si trova qualcuno disposto ad immergersi insieme a te nella meraviglia dell’essere donna e che ti aiuti a non vedere tutto nero. Non è facile, questo inizio a capirlo. Forse non è nemmeno giusto. Ma, come disse una delle “mie” donne preferite:

Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. (Oriana Fallaci)

 

 

Per concludere, vogliamo suggerire una canzone molto bella e adatta all’argomento :

https://www.youtube.com/watch?v=f-x1FsvOAz4

 

Maria Pia Astuto