Intervista a “Gli Stil Novo”

Gli Stil Novo sono una band  fondata a Bologna nel 2002 e composta da 2 fratelli: Viames e Antonio Arcuri.

A cura di: Vanessa Putignano

Ciao ragazzi, presentatevi ai nostri lettori: come vi descrivereste con un’unica parola e perché?

Semplicemente “Band”, perché gli Stil Novo sono formati da persone che non hanno interesse ad un percorso solista; ci piace l’idea di famiglia, di squadra, di collaborazione.

Come mai prima vi chiamavate “Radon” e ora gli “ Gli Stil novo”, cosa ha causato questo cambiamento? Cosa vogliono significare questi due nomi?

I Radon erano la band formata dai miei compagni di scuola nel 2002, in cui io subentrai quando avevano già scelto il nome e cominciato a provare da un paio di mesi. Nel 2010, all’imminente uscita del primo album, la nostra etichetta ci fece riflettere sul fatto che il nome non ci rappresentava a pieno; scelsi “Stil Novo”, per ricordare la volontà di ogni autore di cambiare il mondo con le proprie canzoni, così come fecero Dante e compagni per la poesia. Un nome impegnativo!

 

 

Avete avuto una collaborazione con Daniele Groff, cosa vi ha lasciato questa esperienza? Avete avuto altre collaborazioni importanti?

Il secondo disco che ho comprato in vita mia è stato “Variatio 22” di Daniele Groff, sono praticamente cresciuto con le sue canzoni. Cantare insieme a lui in studio è stato molto emozionante, e anche chiacchierarci, sapere qualche retroscena della sua carriera. Abbiamo duettato anche con Omar Pedrini, Andy dei BluVertigo e Federico Poggipollini. Ogni volta ci siamo messi alla prova consapevoli di avere di fronte dei grandi professionisti, e di dover dare perciò il massimo.

 

 

Come avete fatto ad ottenere un’etichetta discografica?

Alessandro Maiani ci notò ai tempi in cui stavamo mixando un demo del 2008, aveva visto del potenziale nelle nostre prime canzoni. Firmammo un contratto due anni dopo, nel frattempo eravamo maturati molto. Avere una etichetta è un passo importante anche a livello simbolico, ti sembra di portare la tua musica dalla cameretta ad un nuovo livello

Il vostro primo album si chiama “Maledetto poeta”, da dove nasce ?

E’ un disco “concept”, tutte le canzoni sono storie raccontate da un poeta massacrato dalla vita e dalle donne che frequenta. Mi interessava soprattutto ironizzare sul romanticismo, giocando tra i sentimenti veri e gli stereotipi “da canzone”.


Il secondo album invece si chiama “Il futuro non esiste”, vi sono cambiamenti rispetto al primo album?

Tanti tanti… E’ un album dedicato alla crisi, e a come si sente un giovane a vivere questi anni. Ci sono brani veramente estremi, come “Avetrana” che attacca il mondo dell’informazione, e “100.000 drink” sul nichilismo che ci avvolge. Alcune canzoni traboccano di rabbia.

Infine abbiamo “La guerra è un mestiere”, al quale siete affezionati, mi pare di capire. Come mai?

Con questo album, ci siamo presi le più grandi soddisfazioni; il primo video fu spettacolare, “Dylan Dog”. Avevamo zombi, vampiri, e Anna Falchi a recitare per noi… Per la prima volta raggiungemmo numeri interessanti sul web, con 50.000 visite. Raddoppiammo con “Scelgo il silenzio”, e poi abbiamo presentato il disco live insieme a Omar Pedrini, in un concerto a Molinella. Nel 2015, anno dell’uscita, successero un sacco di cose belle.

Come mai alcuni media vi definiscono “Gli Oasis italiani”?

Il primo a chiamarci così è stato “Il messaggero”; siamo 2 fratelli, e abbiamo un sound chitarristico anni 90. Inoltre io adoro gli Oasis; penso che la loro influenza si senta abbastanza nel mio modo di scrivere.

 

Salutate i nostri lettori!

Grazie a chi ha letto le nostre parole, e ricordatevi di leggere, scrivere, guardare tanti film e ascoltare tanta musica. Migliora la qualità della vita.

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