Intervista ai Pinguini Tattici Nucleari
Volete conoscerli uno per uno? Ve li presentiamo!
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“Gli ultimi saranno i primi”, quindi partiamo con te, Elio! Ti abbiamo visto suonare di tutto, dalla fisarmonica alla chitarra, dalla tastiera al tamburello : qual è il tuo strumento preferito? E qual è il primo che hai imparato a suonare? Oltre alla tua disarmante simpatia, quale credi sia stato il tuo contributo più forte per il gruppo, da quando siete nati?
La voce è il mio strumento preferito (anche se dicendo così sembra che bari). Credo che cantare sia l’azione musicale più immediata diretta e bella possibile. In ogni caso, ho studiato più o meno seriamente il pianoforte, iniziando quando ero davvero piccino. Poi tutte le altre cose che mi appaiono in mano sono arrivate dopo e le ho imparate mano a mano e senza maestri. Quando sono arrivato io, ormai un paio abbondante di anni fa, i PTN erano un po’ sperduti e isolati nella loro magica valle seriana. Io credo di avere dato la spintarella pratico/organizzativa per concretizzare le cose belle che già suonavano e scrivevano, cominciando a coordinare un pochino le date del tour, compito che poi mano a mano abbiamo cominciato a dividerci. Altro contributo fondamentale sono state le mie capacità culinarie, senza le quali si sarebbe sicuramente morti di fame durante tutti i periodi di registrazione.
Riccardo, una cosa un po’ personale.. “Irene“, videoclip pubblicato il 22 settembre 2017, è un brano autobiografico? Questa Irene esiste davvero? O è frutto della tua immaginazione?
Sì, è un brano autobiografico. Come quasi tutti i brani che scrivo. Però Irene è un misto di almeno tre ragazze diverse, non è soltanto una. È una sorta di miscuglio, un cocktail.
Come si può vedere anche dai vostri social, voi avete un buonissimo rapporto con gli Eugenio in Via Di Gioia, vero? Come è nata questa amicizia? Cosa vi accomuna?
Tutto è iniziato l’estate scorsa, quando ci han chiamati a Roma per Kahbum e ci siamo spaccati insieme a San Lorenzo, proprio come due amici. Da lì amicizia, ma anche competizione. Agli altri del gruppo è andata bene così, senza problemi, sono diventati amici dopo un po’, ma tutto è partito da me, Eugenio e..Alì Babà! In realtà non ci accomuna niente, perché siamo totalmente diversi e abbiamo idee diverse di musica, e forse è proprio per questo che siamo amici!
Matteo, ci sveli qualche segreto? Qualche aneddoto avvenuto in sala prove o in tour? E, a proposito di segreti, qual è il “trucco” che vi permette di diffondere tutta questa energia e questa simpatia durante i live?
Ecco qualche mio segreto : 1) mangerei sushi dalla mattina alla sera; 2) a volte rido solo perché lo fa anche Nicola Buttafuoco; 3) so volare.
Una volta ho lasciato le chiavi della mia macchina a Lorenzo Pasini prima di un concerto. Paso è riconosciuto per la sua estrema affidabilità e disponibilità. Tuttavia la serata ha preso una piega inaspettata, tutti eravamo belli “allegri” e ci siamo persi di vista. Quando era ormai arrivato il momento di andarcene, chiedo le chiavi a Paso, ma lui inaspettatamente dice di avermele già riconsegnate quando questo non era mai accaduto. Piccolo dettaglio non ancora detto: ci trovavamo in un campo. Di notte. Al buio. Fortunatamente, dopo aver “invocato” il signore svariate volte e al seguito di ricerche quasi disperate, le chiavi sono state ritrovate ai piedi della sedia dove erano appostate le natiche di Paso.
Qual è il trucco per essere cosi simpatici? I pinguini sono delle rockstar trasgressive, abituate agli eccessi e alle volgarità. Prima di salire sul palco, ci riempiamo di strisce di liquirizia, che ci mandano in botta e ci fanno sentire furbacchioni. Se nelle nostre vite non ci fossero stati Piero Angela, Osvaldo Paniccia e Lil Angel, tutto oggi sarebbe più monotono.
Lorenzo, sei un po’ la chitarra solista del gruppo e, come si può sentire nei vostri album, ti diverti a piazzare assoli e riff un po’ dove ti pare! Ma chi è il tuo chitarrista di riferimento? E chi è quello che hai visto suonare per la prima volta e ti ha fatto pensare “vorrei suonare come lui“?
Scegliere un solo chitarrista di riferimento mi riesce abbastanza difficile, ce ne sono diversi e per diversi motivi, ma se dovessi prenderne giusto tre, per dire, ora come ora sceglierei Greg Howe per la melodia e la naturalezza che riesce a dare anche ai fraseggi più intricati, Guthrie Govan per il tocco, il gusto e il sentimento nell’improvvisazione e negli assoli in generale e Mikael Åkerfeldt per la sobrietà e la classe con cui inserisce le melodie chitarristiche nelle canzoni. Il primo che invece mi ha spinto a studiare seriamente lo strumento, e che in un certo senso ho provato ad emulare, è senza dubbio Alexi Laiho. Suonavo da forse neanche un anno quando l’ho scoperto e mi ha aperto un mondo, ancora oggi penso sia uno dei chitarristi più riconoscibili sia a livello stilistico che timbrico, perlomeno in ambito metal.
Simone, a te che sei l’ultimo arrivato, facciamo fare un gioco: Chi butti dalla torre?
Pensando al tuo pensiero e in generale al pensiero dell’intera band, “chi” butteresti dalla torre tra una collaborazione con un’artista pop internazionale famoso e una partecipazione a Sanremo?
Allora, premettiamo che alla domanda “chi butti giù dalla torre” senza il resto della domanda, la risposta sicuramente è “Butto dalla torre Elio” (ride, ndr)… ma sentendo il resto della domanda mi vengono due risposte : 1) prendere due piccioni con una fava, partecipazione a Sanremo con un’artista internazionale
2) Partecipazione a Sanremo solo se con Elio e le storie tese, i quali dopo l’esibizione annunciano che non si scioglieranno.
Nicola, tu sei uno di quelli che non è da sempre “pinguino”, vero? Come sei entrato nel gruppo e in che modo ti hanno accolto? “Gioventù Brucata” (aprile 2017) è il vostro ultimo album : cosa ha di diverso dagli altri? E’ un album più “maturo”? Cosa c’è di “Nick” dentro la realizzazione e quale pezzo credi vi rappresenti (o ti, scegli tu) di più?
Esatto, sono entrato a far parte dei Pinguini nel luglio del 2016, ricordo che ricevetti una chiamata da Riccardo che mi chiese se volevo diventare il nuovo chitarrista della band. Chiaramente ne fui entusiasta e accettai immediatamente. Oltre a Riccardo (conosciuto da poco all’epoca) conoscevo solo Elio, eravamo amici d’infanzia ma erano molti anni che non ci frequentavamo, il rapporto con gli altri è subito diventato bellissimo, credo che la forza dei Pinguini sia proprio nella semplicità e nel sostegno reciproco che ci diamo giornalmente. Personalmente il pezzo che mi rappresenta di più è “Tetris”, un pezzo romantico che ti fa ballare, una dichiarazione d’amore mischiata ad una ritmica funk; per me che sono cresciuto con i Red Hot Chili Peppers, CHIC, Parliament e Jamiroquai non può che piacermi un sacco (oltre che gasarmi un casino quando la suoniamo dal vivo). Sicuramente Gioventù Brucata è più maturo degli scorsi, si cresce, quindi è chiaro che si cresca anche musicalmente e gli argomenti delle canzoni cambino. Riccardo, che è l’autore delle canzoni, ha sicuramente fatto un lavoro pazzesco di scrittura. Il ricordo personale legato alla scrittura del disco è Riccardo che un giorno mi chiamò e mi disse “So che tu fai musica elettronica e ti piace ricercare suoni nuovi, vorrei un intro del disco”. Così passai la nottata a cercare dei suoni adatti e l’indomani con Riccardo concludemmo la scrittura di quello che divenne poi “Intro Montanelli”, che è anche l’unico pezzo prodotto nel mio studietto nella taverna di casa mia.
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