Intervista ai Pinguini Tattici Nucleari

I Pinguini Tattici Nucleari sono un gruppo musicale di Bergamo formato da Riccardo Zanotti (voce), Nicola Buttafuoco (chitarra), Lorenzo Pasini (chitarra), Simone Pagani (basso), Matteo Locati (batteria) e, ultimo ma non meno importante, Elio Biffi (“pianoline”).
Volete conoscerli uno per uno? Ve li presentiamo!

Articolo a cura di:

Roberto Testa

Vanessa Putignano

“Gli ultimi saranno i primi”, quindi partiamo con te, ElioTi abbiamo visto suonare di tutto, dalla fisarmonica alla chitarra, dalla tastiera al tamburello : qual è il tuo strumento preferito? E qual è il primo che hai imparato a suonare? Oltre alla tua disarmante simpatia, quale credi sia stato il tuo contributo più forte per il gruppo, da quando siete nati?                      

La voce è il mio strumento preferito (anche se dicendo così sembra che bari). Credo che cantare sia l’azione musicale più immediata diretta e bella possibile. In ogni caso, ho studiato più o meno seriamente il pianoforte, iniziando quando ero davvero piccino. Poi tutte le altre cose che mi appaiono in mano sono arrivate dopo e le ho imparate mano a mano e senza maestri. Quando sono arrivato io, ormai un paio abbondante di anni fa, i PTN erano un po’ sperduti e isolati nella loro magica valle seriana. Io credo di avere dato la spintarella pratico/organizzativa per concretizzare le cose belle che già suonavano e scrivevano, cominciando a coordinare un pochino le date del tour, compito che poi mano a mano abbiamo cominciato a dividerci. Altro contributo fondamentale sono state le mie capacità culinarie, senza le quali si sarebbe sicuramente morti di fame durante tutti i periodi di registrazione.

Elio Biffi

 

Riccardo, una cosa un po’ personale.. “Irene“, videoclip pubblicato il 22 settembre 2017, è un brano autobiografico? Questa Irene esiste davvero? O è frutto della tua immaginazione?

Sì, è un brano autobiografico. Come quasi tutti i brani che scrivo. Però Irene è un misto di almeno tre ragazze diverse, non è soltanto una. È una sorta di miscuglio, un cocktail.

Come si può vedere anche dai vostri social, voi avete un buonissimo rapporto con gli Eugenio in Via Di Gioia, vero? Come è nata questa amicizia? Cosa vi accomuna?

Tutto è iniziato l’estate scorsa, quando ci han chiamati a Roma per Kahbum e ci siamo spaccati insieme a San Lorenzo, proprio come due amici. Da lì amicizia, ma anche competizione. Agli altri del gruppo è andata bene così, senza problemi, sono diventati amici dopo un po’, ma tutto è partito da me, Eugenio e..Alì Babà! In realtà non ci accomuna niente, perché siamo totalmente diversi e abbiamo idee diverse di musica, e forse è proprio per questo che siamo amici!

 

 

Riccardo Zanotti

 

Matteo, ci sveli qualche segreto? Qualche aneddoto avvenuto in sala prove o in tour? E, a proposito di segreti, qual è il “trucco” che vi permette di diffondere tutta questa energia e questa simpatia durante i live?

Ecco qualche mio segreto : 1) mangerei sushi dalla mattina alla sera; 2) a volte rido solo perché lo fa anche Nicola Buttafuoco; 3) so volare.
Una volta ho lasciato le chiavi della mia macchina a Lorenzo Pasini prima di un concerto. Paso è riconosciuto per la sua estrema affidabilità e disponibilità. Tuttavia la serata ha preso una piega inaspettata, tutti eravamo belli “allegri” e ci siamo persi di vista. Quando era ormai arrivato il momento di andarcene, chiedo le chiavi a Paso, ma lui inaspettatamente dice di avermele già riconsegnate quando questo non era mai accaduto. Piccolo dettaglio non ancora detto: ci trovavamo in un campo. Di notte. Al buio. Fortunatamente, dopo aver “invocato” il signore svariate volte e al seguito di ricerche quasi disperate, le chiavi sono state ritrovate ai piedi della sedia dove erano appostate le natiche di Paso.
Qual è il trucco per essere cosi simpatici? I pinguini sono delle rockstar trasgressive, abituate agli eccessi e alle volgarità. Prima di salire sul palco, ci riempiamo di strisce di liquirizia, che ci mandano in botta e ci fanno sentire furbacchioni. Se nelle nostre vite non ci fossero stati Piero Angela, Osvaldo Paniccia e Lil Angel, tutto oggi sarebbe più monotono.

Matteo Locati

Lorenzo, sei un po’ la chitarra solista del gruppo e, come si può sentire nei vostri album, ti diverti a piazzare assoli e riff un po’ dove ti pare! Ma chi è il tuo chitarrista di riferimento? E chi è quello che hai visto suonare per la prima volta e ti ha fatto pensare “vorrei suonare come lui“?

Scegliere un solo chitarrista di riferimento mi riesce abbastanza difficile, ce ne sono diversi e per diversi motivi, ma se dovessi prenderne giusto tre, per dire, ora come ora sceglierei Greg Howe per la melodia e la naturalezza che riesce a dare anche ai fraseggi più intricati, Guthrie Govan per il tocco, il gusto e il sentimento nell’improvvisazione e negli assoli in generale e Mikael Åkerfeldt per la sobrietà e la classe con cui inserisce le melodie chitarristiche nelle canzoni. Il primo che invece mi ha spinto a studiare seriamente lo strumento, e che in un certo senso ho provato ad emulare, è senza dubbio Alexi Laiho. Suonavo da forse neanche un anno quando l’ho scoperto e mi ha aperto un mondo, ancora oggi penso sia uno dei chitarristi più riconoscibili sia a livello stilistico che timbrico, perlomeno in ambito metal.

Lorenzo Pasini

Simone, a te che sei l’ultimo arrivato, facciamo fare un gioco: Chi butti dalla torre?
Pensando al tuo pensiero e in generale al pensiero dell’intera band, “chi” butteresti dalla torre tra una collaborazione con un’artista pop internazionale famoso e una partecipazione a Sanremo?

Allora, premettiamo che alla domanda “chi butti giù dalla torre” senza il resto della domanda, la risposta sicuramente è “Butto dalla torre Elio” (ride, ndr)… ma sentendo il resto della domanda mi vengono due risposte : 1) prendere due piccioni con una fava, partecipazione a Sanremo con un’artista internazionale
2) Partecipazione a Sanremo solo se con Elio e le storie tese, i quali dopo l’esibizione annunciano che non si scioglieranno.

 

Simone dedica la sua foto a questa scritta ritrovata dopo il concerto al Covo (Bologna) che rappresenta un messaggio di morte per Lorenzo Pasini

Nicola, tu sei uno di quelli che non è da sempre “pinguino”, vero? Come sei entrato nel gruppo e in che modo ti hanno accolto?Gioventù Brucata” (aprile 2017) è il vostro ultimo album : cosa ha di diverso dagli altri? E’ un album più “maturo”? Cosa c’è di “Nick” dentro la realizzazione e quale pezzo credi vi rappresenti (o ti, scegli tu) di più?

Esatto, sono entrato a far parte dei Pinguini nel luglio del 2016, ricordo che ricevetti una chiamata da Riccardo che mi chiese se volevo diventare il nuovo chitarrista della band. Chiaramente ne fui entusiasta e accettai immediatamente. Oltre a Riccardo (conosciuto da poco all’epoca) conoscevo solo Elio, eravamo amici d’infanzia ma erano molti anni che non ci frequentavamo, il rapporto con gli altri è subito diventato bellissimo, credo che la forza dei Pinguini sia proprio nella semplicità e nel sostegno reciproco che ci diamo giornalmente. Personalmente il pezzo che mi rappresenta di più è “Tetris”, un pezzo romantico che ti fa ballare, una dichiarazione d’amore mischiata ad una ritmica funk; per me che sono cresciuto con i Red Hot Chili Peppers, CHIC, Parliament e Jamiroquai non può che piacermi un sacco (oltre che gasarmi un casino quando la suoniamo dal vivo). Sicuramente Gioventù Brucata è più maturo degli scorsi, si cresce, quindi è chiaro che si cresca anche musicalmente e gli argomenti delle canzoni cambino. Riccardo, che è l’autore delle canzoni, ha sicuramente fatto un lavoro pazzesco di scrittura. Il ricordo personale legato alla scrittura del disco è Riccardo che un giorno mi chiamò e mi disse “So che tu fai musica elettronica e ti piace ricercare suoni nuovi, vorrei un intro del disco”. Così passai la nottata a cercare dei suoni adatti e l’indomani con Riccardo concludemmo la scrittura di quello che divenne poi “Intro Montanelli”, che è anche l’unico pezzo prodotto nel mio studietto nella taverna di casa mia.

 

Nicola Buttafuoco

 

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Disegno di Adele Bilotta – Trovi altri suoi disegni qui 

 

 

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..