Intervista agli “Eugenio In Via Di Gioia”

A cura di Roberto Testa

Dopo l’uscita del primo album “Lorenzo Federici” (2014), gli Eugenio In Via Di Gioiagiovanissima band torinese, sono tornati in studio per registrare il loro secondo album, “Tutti su per terra“. L’album, anticipato dai singoli Giovani Illuminati e Chiodo Fisso, è uscito il 7 aprile su Spotify e dal 14 aprile è in vendita nei negozi di musica e online.

Anche questa volta, i ragazzi non hanno deluso, con un nuovo album, che probabilmente segna un passaggio importante per il gruppo (il loro “diventare ometti”, come disse Lorenzo Federici) e che vi invitiamo caldamente ad ascoltare.

Nel frattempo, però, noi li abbiamo fermati e abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro, simpaticissimi come sempre!

Leggi qui l’intervista integrale

 

 

 

 

“La copertina del vostro primo album, “Lorenzo Federici“, raffigura una fetta di torta che voi state offrendo ad ognuno di noi..e questa torta siete voi, è la vostra musica, sono tutte le vostre esperienze e tutto quello che la musica rappresenta per voi. Chi e quando ha avuto la prima idea di dare vita a questo vostro percorso? Avevate all’inizio delle serie intenzioni e dei precisi obiettivi?”

Il percorso della via di gioia è nato per puro caso; io, Eugenio, scrivevo delle canzoni senza obiettivi particolari. Avevo moltissima voglia di far sentire le mie canzoni a più persone possibile! Quindi cantavo per strada i miei brani; a tutte le feste tra amici cercavo di suonare per far sentire le mie canzoni. Insomma ero molto egocentrico. Il giorno del primo concerto con Emanuele e con Paolo il progetto era semplicemente “Eugenio Cesaro” e non sapevamo che da lì in poi avremmo suonato per i futuri “Eugenio in Via Di Gioia”. Da quel concerto in avanti abbiamo affrontato il percorso contestualmente con l’arrivo dei risultati. Quindi inizialmente era un piacevole hobby per tutti, poi è diventato un impegno costante, oggi è diventato un lavoro di investimento, domani saremo pronti a dedicarci in toto al gruppo qualora andasse sempre meglio; così come saremo pronti a ridimensionare il tempo dedicato qualora non andasse come ci auguriamo! In poche parole gli Eugenio in Via Di Gioia sono un gruppo in divenire.

“Sul palco avete una carica e una allegria indescrivibile, sembra quasi che stiate animando una festa! Tu sei, in senso buono, il più “spavaldo”, il più estroverso, quello che sul palco parla e si muove di più. Come trasmetti tutto questo agli altri membri del gruppo? Cosa dici loro prima di salire sul palco?”

Domanda molto interessante. Fin dai primi concerti ho sempre cercato di trasmettere al resto del gruppo tranquillità quando si saliva sul palco; come è giusto che sia deve esserci un front man che parla, ed io essendo molto egocentrico non ho mai avuto difficoltà a gestire questa posizione. In seguito, grazie ai tanti live, ognuno di noi ha trovato il proprio posto all’interno del palco. Prima di salire sul palco facciamo quel gesto tipico delle pallavoliste, mano al centro e grida a caso. Il bello è che tra di noi c’è un buon rapporto di amicizia e questo ci aiuta a dare il meglio di noi.

 

Emanuele, nella band tu suoni – oltre alle tastiere – uno strumento, cioè la fisarmonica, che è probabilmente il più originale e che vi distingue molto da altri gruppi. Come mai, quando e in che modo, hai deciso di inserire questo strumento nei pezzi del gruppo? Da dove nasce questa passione per la fisarmonica?”

(Ride) Ottima domanda! Allora, diciamo che è venuta prima la fisarmonica del gruppo, anzi sono venuti insieme : quando sono arrivato a Torino dalla Calabria suonavo solo il piano. Avevo voglia di suonare per strada, così Eugenio, conosciuto al Politecnico, ha pensato bene di consigliarmi l’acquisto di una fisarmonica. Da lì ho iniziato ad impararla e ci siamo messi ad arrangiare i primi pezzi, quindi è stato tutto molto spontaneo e naturale!

“In qualche modo tu ed Eugenio siete stati le prime ‘menti organizzatrici’ del gruppo..Quale era inizialmente l’idea di sound o comunque di musica che volevate realizzare? Era la stessa che possiamo constatare oggi nei vostri pezzi o qualcosa è cambiato? E il tuo pezzo preferito?”

Eugenio aveva già diversi pezzi pronti e altri in fase di sviluppo. In realtà Paolo si è aggiunto subito dopo, quando un’amica ci ha proposto di suonare in un locale a Chieri. Devo dire che è stato sorprendente la velocità con cui ci siamo adattati alle idee di Eugenio nonostante provenissimo tutti da generi musicali diversi. Secondo me col tempo stiamo introducendo delle novità senza mai sconvolgere l’idea iniziale di semplicità, chiarezza e immediatezza. Il mio brano preferito è Egli, alla pari di Non Ancora.

 

 

Paolo! Come ci ha raccontato Emanuele, Eugenio ti contattò la prima volta per andare a suonare in un locale a Chieri. Cosa ti disse? Quale fu la tua reazione? Conoscevi già i 2 oppure erano due semplici sconosciuti?”

Eugenio lo conoscevo dalle superiori, ma dopo circa due anni lo rivedo per strada e mi chiede se sono interessato a suonare a Chieri pochi giorni dopo per una serata. Ma non dovevo portarmi la batteria, allora per la prima volta nella mia vita portai il cajon, che non sapevo assolutamente suonare, e decidemmo di provare qualche brano il giorno prima dell’esibizione. Incontrai per la prima volta Emanuele a casa di Eugenio per le prove e a prima vista mi risultò antipatico! Poi cambiai subito decisione (sorride), dopo aver provato i brani, aspettammo la serata del giorno dopo con grande attesa Doveva essere solo quel concerto e non c’era nessuna intenzione di continuare a suonare insieme. Ma fu il pubblico di quella famosa serata a Chieri a convincerci che dovevamo continuare il progetto..Quindi, grazie pubblico!

“Emanuele ci ha anche detto che provenivate tutti da generi musicali diversi. Tu da quale/i provenivi? Quali sono le tue influenze musicali? Il riadattare in quella maniera la batteria l’hai preso da qualcuno? E il tuo pezzo preferito del gruppo?”

Io provengo dal genere blues, grazie a mio padre (sorride entusiasta). Io sono nato a pane e Muddy Waters, quindi sono molto legato a quel ramo musicale. In realtà riadattare la batteria in quel modo è venuto per caso, ci ho pensato e secondo me era più congeniale per il gruppo.

Se devo poi pensare al mio brano preferito degli Eugenii è: Non Ancora.

Lorenzo, raramente capita che una band dedichi il nome del proprio album (ancor di più se quello d’esordio) al proprio bassista o comunque ad un proprio membro. Il gruppo ha poi specificato che l’album ti è stato dedicato per par condicio, perché il tuo cognome non appariva nel nome della band, ma ad ogni modo credo abbiano voluto dare importanza al tuo ingresso nella band. Come sei stato accolto? Che clima hai trovato? Ti sei adattato facilmente a quello che era già in qualche modo il “genere” del gruppo? Li conoscevi già o sei stato anche tu colto dal fato?”

Belle domande! E’ vero sono arrivato per ultimo, ed è stato tutto molto casuale..Non conoscevo i 3 scalmanati ma fin da subito c’è stato feeling/complicità e quindi sono entrato immediatamente nel mood della Via di Gioia. E’ stato facile anche suonare con loro : nessuno di noi quattro aveva mai approcciato a questo genere, che poi genere non è, perché ci sono così tante contaminazioni che non saprei nemmeno definire la nostra musica. Però posso dirti che quando c’è la giusta sintonia, si può creare qualcosa che magari bello non è, però è sicuramente vero, senza filtri; credo si percepisca anche da come siamo sul palco e da come ci relazioniamo pure sotto il palco con le persone e con chi ci segue.

“Hai ragione, infatti l’ho messo tra le virgolette perché pure io sono entrato in difficoltà quando mi hanno chiesto : “Ma gli Eugenio in Via di Gioia che genere fanno?” E se ti chiedessi il tuo pezzo preferito o un pezzo da consigliare a chi magari non vi conosce ancora, cosa mi diresti?”

Sicuramente uno dei pezzi che abbiamo inserito nel nuovo album ma che era già entrato a far parte dei nostri concerti da un po’ : “Obiezione di coscienza”!

Ringraziando Lorenzo e gli Eugenio in Via di Gioia, vi invitiamo a seguirli

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