Intervista a Saffelli

Saffelli (Marco Alberti) è un cantautore emergente milanese, andiamo a conoscerlo meglio.

A cura di: Vanessa Putignano

Ciao! Il tuo vero nome (sveliamolo, dai!) è Marco Alberti, come mai la scelta di “Saffelli” come nome d’arte?

Il nome ‘Saffelli’ nasce all’incirca 3 anni fa, anche se in realtà me lo porto dietro da quasi dieci, quando mi appassionai al mondo del writing. Decisi che la mia tag era Safh (solo ed esclusivamente in base all’estetica delle lettere), e nel corso degli anni diventò il nome con cui tutti mi chiamavano. Fino a quando non mi sono buttato in questo progetto musicale e di conseguenza ho deciso di ‘cognomizzarlo’ in Saffelli, confondendo le idee a molti facendogli credere che sia il mio cognome.

Da quanto tempo sei nel mondo della musica?

Seriamente ti dico da poco. Anche se è da più di 10 anni che scrivo, canto e suono, credo che questo percorso che sto affrontando, sia quello che mi stia aprendo a questo mondo a 360 gradi. La cosa di cui sono sicuro però è che sia la musica a far parte del mio mondo da sempre.


Com’è cambiato il tuo stile? So che prima facevi rap!

Sì, proprio così! Il rap è stata la finestra da cui mi sono affacciato al mondo della musica. Credo che a 15 anni la cosa che mi abbia folgorato di questo genere, sia stata la particolarità dei testi, delle parole. Sentire canzoni che parlavano, ad esempio, di una zona della mia città, per me è stato un po’ come capire che la musica era una cosa che potevi vedere o toccare con le tue mani. Che non erano solamente le canzoni d’amore in heavy rotation in radio. Per cui mi sono detto perché non provarci? E così ho fatto fino a più o meno quattro anni fa, quando mi sono accorto che il rap iniziava a starmi stretto. Per cui ho ripreso in mano la chitarra, mi sono chiuso in camera e ho iniziato a sfornare provini su provini, con delle sonorità nuove per me. E oggi posso dire di potermici rivedere al cento per cento in quello che faccio. Questo per me è quello che conta.

Com’è nata “Corso Indipendenza?”

”Corso Indipendenza” è uscita a maggio di quest’anno, ma in realtà è stata proprio lo spartiacque tra il rap e quello che faccio oggi. E’ nata quattro anni fa, in un pomeriggio d’estate in cui ero a casa assieme ad un mio amico. Ricordo che era appena uscito il primo disco de I Cani, e noi ne eravamo rimasti particolarmente colpiti. Ci siamo detti, facciamo qualcosa di Indie, senza ben sapere cosa volesse dire, ma forse affascinati dalla parola, tanto che in origine si chiamava “Corso Indiependenza”. Credo che il risultato finale poi sia stato una canzone fatta di immagini, di ragazzi, che cercano la propria indipendenza, rifacendoci poi maggiormente a film come ‘Santa Maradona’ o ‘Generazione Mille Euro’, rispetto che ad una canzone in particolare.



Hai intenzione di pubblicare altri video su Youtube nei prossimi mesi o tra i tuoi obiettivi ora c’è ben altro?

Tra i miei obbiettivi principali c’è sicuramente quello di puntare su questo progetto musicale. Ho molte idee in testa e pronti tanti pezzi, a breve gireremo due videoclip. Uno in uscita a luglio che vedrà la partecipazione de ‘I miei migliori complimenti’, mentre il secondo uscirà per fine agosto.

Chi è la “Valentina” che nomini nel tuo singolo?

In molti mi chiedono se “Valentina” è il nome della mia ragazza o di una mia ex. In realtà non è né l’uno né l’altro. Quando abbiamo scritto i primi due versi del ritornello ci siamo fermati su quella parola che doveva far rima con ‘cantina’. Non trovando nessun’idea, ho iniziato a pensare a ciò che c’è nella mia cantina. Ecco che ho pensato alla mia bicicletta. Premetto che ho la mania di dare nomi propri a molti degli oggetti che possiedo. Ebbene sì, la mia bicicletta si chiama Valentina.

Hai un’etichetta discografica? Se sì, quale? Se no, quale ti piacerebbe avere?

In questo momento non ho nessuna etichetta discografica alle spalle, ho però persone che mi stanno aiutando dal punto di vista logistico, artistico ed economico.  Credono tutti in me, e questo per me è la cosa più importante, e sinceramente in questo momento non ne sento proprio l’esigenza di trovarne una.

Come ti immagini tra 10 anni?

Domanda difficile! Sicuramente con qualche capello bianco in più rispetto a quelli che già ho. Se mi avessi fatto questa domanda 10 anni fa, oggi mi sarei immaginato in maniera completamente diversa. Non lo so, probabilmente molto simile ad oggi comunque, semplicemente con le responsabilità di un uomo di 37 anni, e poi vedremo il destino che sorprese saprà riservarmi!

Saluta!

Ciao Vanessa, grazie mille per la bella chiacchierata!

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