Intervista a Cimini
Cimini, sotto etichetta Garrincha Dischi, pubblica il suo terzo album “Ancora Meglio”.
Ci ho scambiato due chiacchiere e mi ha svelato qualche segreto…
Buona lettura e buona musica!
A cura di Vanessa Putignano
Il tuo primo disco si chiama “L’importanza di chiamarsi Michele”, ma chi è questo Michele?
Un mio zio.
Come arrivi a Garrincha Dischi?
Tra una sbronza e l’altra nei locali di Bologna: conoscevo già i ragazzi di Garrincha, poi gli ho fatto ascoltare alcuni provini, gli sono piaciuti e hanno pensato di produrmi il disco.
Il 9 marzo è iniziato il tour che andrà a concludersi il 18 maggio, cosa ti aspetti da questo tour?
E come sta andando?
Arrivato a metà tour posso dire che non mi aspettavo niente, e vedere un sacco di gente nei posti in cui suono è stata una bella sorpresa per me. Sta andando bene e mi piace il fatto che si crea sempre un rapporto intimo con il pubblico.
Qual è il ricordo più bello che hai sul palco?
E l’emozione più forte che hai provato da quando fai musica riguarda la pubblicazione di un disco, la sua realizzazione, stare a contatto con i fan mentre canti o altro?
Sono tutti momenti pregni di emozione: fare un disco è come fare un figlio, cantarlo dal vivo è come farlo andare via di casa quando è ancora bambino.
La tua canzone preferita di Cimini?
Smetto di ascoltare le mie canzoni una volta pubblicate.
Cosa ne pensi a riguardo del fenomeno dell’ indie italiano e della sua trasformazione?
Penso che sia bello quando qualcosa funzioni, l’importante è non abusarne salendo tutti sul carro dei vincitori.
Con quale artista sogni di collaborare?
Renzo Arbore!
Un saluto ai nostri lettori e un auto augurio!
Un abbraccio a tutti e mi auguro di sposarmi e fare qualche figlio.