Happy Birthday to Miles Davis!

Chiunque abbia, almeno in un periodo della sua vita, ascoltato musica Jazz avrà sicuramente sentito parlare di Miles Davis, perché Miles è il jazz.

« Guarda Miles, piantala con questo vibrato alla Harry James. Non c’è bisogno di far tremare le note, perché tremerai abbastanza da solo quando invecchierai. ».
Oggi avrebbe compiuto 90 anni, chissà se davvero avesse avuto ragione, se,  suonando uno dei suoi più celebri brani – come “Blue in Green” o “Autumn Leaves” – non avesse dovuto far tremare le note, perché avrebbe tremato lui. Questo non lo sapremo mai, sappiamo, invece, cosa Miles ci ha lasciato, ossia un’eredità unica, la sua inconfondibile tromba.

Il suo carattere non era certo dei più miti, ma riusciva a trasmettere coi suoi brani un senso di “malinconica bellezza”, nonostante il suo temperamento. Cito a tal proposito:  “Io assumo un figlio di pu***na per come suona, non per il colore che ha.” Parole forti, ma che avevano un senso. Nella sua epoca, infatti, si veniva discriminati per il colore della pelle (non è che ora sia cambiato molto, Miles) per cui un “nero” poteva suonare sì, ma come cabarettista : basti pensare a Fats Waller (eccezionale compositore costretto, a causa del suo colore, al ruolo del “buffone”) e a molti altri.

 

http://mediad.publicbroadcasting.net/p/kwgs/files/201405/miles-davis-photo.jpg
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Potrei scrivere la sua biografia di Miles, ma credo che a pochi possa interessare, in caso contrario googlate “Miles Davis” e troverete di tutto, forse anche quello che sto per dirvi, ma io, questa particolarità, voglio raccontarla lo stesso.

Era il 1958 quando usciva, sotto l’etichetta Blue Note (casa discografica specializzata in pubblicazioni jazz), “Somethin else”,album che vedeva come leader Cannonball Adderley, sassofonista di buona caratura, amico di Miles. Adesso fatevi un favore, andate ad ascoltare qualsiasi canzone di quell’album, noterete incontrastabilmente la preponderante presenza della tromba di Miles. Perché non uscì lui come leader? Semplice, a quei tempi Miles aveva un accordo con la Columbia e non poteva pubblicare album come leader se non con la Columbia stessa, per cui si dovette “accontentare”. Questo aspetto potrebbe sembrare insignificante, ma in realtà pone l’accento sul fatto che a Miles interessava suonare e non apparire. Sappiamo tutto di Miles, oltre a queste storielle? No, sappiamo poco, basti pensare che ancora vi sono delle sessioni di registrazione non pubblicate (fallimentari, stando a quello che si trova in rete). Concludo questa nota, consapevole di essermi dilungato troppo nella trattazione per utilizzare un appellativo del genere, dicendo che di certo non possiamo negare la presenza di Miles nel panorama jazz, presenza che, secondo chi scrive, difficilmente verrà cancellata. Auguri Miles!

 

 

Antonino Bertani