Due chiacchiere con…Michela Murgia
Durante la conferenza tenuta da lei e Marcello Fois avete parlato delle difficolta affrontate da Grazia Deledda nel suo percorso di affermazione come scrittrice nei primi anni del ‘900, in un mondo dove il ruolo della donna era relegato alle faccende domestiche e non di certo alla letteratura.
Cosa è cambiato oggi? Le è capitato di affrontare alcune avversità nel viaggio che l’ha portata a diventare l’affermata scrittrice che è oggi?
Più che la mia difficolta personale, perchè io sicuramente posso considerarmi un’eccezione non dobbiamo invece dimenticare chi oggi non riesce a ottenere la stessa visibilità che posos avere io. Non significa che le altre donne che hanno la stessa quantità di cose da dire che ho io e che non ricevono lo stesso trattamento debbano lamentarsi da sole. Chi ha più visibilità deve usarla per accendere i fari su chi invece non riesce ad ottenerla.
Credo che da questo punto di vista il sessismo in Italia sia di un livello solo leggermente inferiore a quello che ha dovuto incontrare Grazia Deledda, nel senso che lei ha dovuto combattere anche per scrivere, noi per scrivere non combattiamo più ma combattiamo per farci leggere.
Le donne leggono tutti, i maschi leggono solo se stessi. Purtroppo c’è ancora la convinzione che le donne scrivano per le donne e gli uomini per tutti.
Basti pensare alle ‘collane rosa’, al ‘romanzo femminile’ inteso quasi come un genere letterario a sé stante.
Esatto, entra in una qualsiasi libreria e troverai una sezione dedicata ai ‘romanzi femminili’, donne che scrivono per altre donne racconti di donne, non destinati ad un altro pubblico che non sia quello femminile, cosa che non è affatto vera e che anzi le discrimina.
Prendi un giornale come quello di ieri dove si suggeriva l’ipotesi di un incarico a una donna e si diceva ‘forse governo in rosa’ e c’era la foto di quattro donne nessuna delle quali era vestita di rosa, quindi anche uscire dagli stereotipi di linguaggio è un problema. Perchè se tu metti quattro uomini e li incarichi di governo, nessuno scriverebbe ‘un governo in azzurro’.