Commemorare

“Non avrei dovuto scrivere io quest’articolo, non era tra i miei piani, non lo era, almeno, perché credevo che commemorare un avvenimento in un solo giorno fosse quanto di più superficiale si potesse fare. Come si può ricordare un solo giorno – mi chiedevo – e fare finta di nulla tutti gli altri giorni? Come se il mondo si fermasse sempre in quei minuti di silenzio, che spesso facciamo per ricordare e rispettare le vittime di qualche disgrazia, per poi ripartire caotico ed egoista.

Forse mi sbagliavo.

Vedere un piccolo gesto gentile, speso a favore di chi ne ha bisogno, spesso porta in noi una voglia di imitarlo, se non addirittura a fare di meglio, secondo le nostre possibilità.

Così, anche un giorno speso a commemorare un avvenimento può (e deve) essere un invito a riflettere e non va sminuito con le parole, non si può banalizzarlo dicendo che bisognerebbe ricordarlo tutti i giorni, non è questo il suo valore, il suo significato è lì, in quel momento, che va onorato, perché simbolo di un episodio, la differenza sostanziale sta nel simbolo che noi ne diamo, se viene visto come una giornata di memoria e basta, il suo frutto è sterile, sta a noi riflettere, prendere davvero un minuto e concentrarci unicamente su questo, anche un minuto, spesso, può cambiare il nostro modo di vedere le cose.

Questo giorno, dunque, va visto come la scintilla che dobbiamo portare dentro, mantenere in noi, ed utilizzare, in qualsiasi momento della nostra vita, per accendere in noi il ricordo e spingerci ad operare meglio, nella speranza che simili tragedie non si ripetano mai più”.

 

Antonino Bertani