Litfiba: tutto iniziò in Via dei Bardi a Firenze…

Si fa un gran parlare di artisti e band “Indie” e non è ben chiaro, oggi, che significato abbia questa definizione. Quando venne coniata, negli anni ’80, voleva distinguere i gruppi e gli artisti che incidevano per le etichette cosiddette indipendenti da quelli che invece erano sotto contratto con le majors (EMI, Warner e Sony). Tra le band capostipiti di questa categoria troviamo, qui in Italia, quella che a tutt’oggi è considerata una delle più influenti: i Litfiba.

A cura di Marco Cingottini

Nata nel 1980 in una cantina in Via Dei Bardi a Firenze,  ha avuto due periodi ben distinti: nel primo, che vede la pubblicazione di tre album, in quella che loro chiameranno la “trilogia del potere”, la formazione, una volta stabilizzata, vede Piero Pelù alla voce, Federico(Ghigo)Renzulli alla chitarra elettrica, Gianni Maroccolo al basso, Antonio Aiazzi alle tastiere e Ringo De Palma alla batteria. I suoni, in questa prima fase, sono molto influenzati dalla new wave inglese, echi di Joy Division e U2 riecheggiano tra i solchi dei dischi, uniti al gusto della melodia italiana. Solo dopo 5 anni viene pubblicato il loro primo album, “Desaparecido” e sarà l’etichetta indipendente IRA di Firenze a metterli sotto contratto; da quel momento la loro popolarità crescerà progressivamente, anche grazie alla qualità del loro repertorio che si sublimerà nel secondo lavoro, il doppio album“17 Re”(1987), dove dark, punk e psichedelia si alternano in un disco che ancora oggi regala sorprese ad ogni ascolto. Pelù è il cantante carismatico e istrionico che trascina tutta il gruppo nelle esibizioni live, coadiuvato da musicisti ormai esperti e efficaci nel ricreare certe atmosfere.

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2016/12/14/news/litfiba-146498340/

Gli ottanta sono stati, soprattutto per la musica, anni di grossi cambiamenti, la possibilità di farsi conoscere attraverso video era stata una innovazione importante. Soprattutto la nascita di canali televisivi come Videomusic, versione nostrana della più famosa MTV, che trasmetteva oltre ai video promozionali anche interi concerti, permise ai Litfiba, che vivevano di live, di consolidare la propria fama.

La scena fiorentina poi in quel periodo rappresentava, grazie anche ai Diaframma di Federico Fiumani e I Moda di Andrea Chimenti,  una realtà su cui ricostruire la scena rock italiana.

I Litfiba diventano gli alfieri di questo movimento e lo fanno pubblicando una trilogia micidiale, intanto nel 1988 vede la luce il terzo lavoro, “3”, in cui musica e testi si uniscono in maniera mirabile: “Eroi nel Vento”, “Istanbul”, “Tziganata”, ”Pierrot e la luna”, “Come un Dio”, “Apapaia”, “Santiago “, “Tex” sono solo alcuni dei brani che hanno fatto grande la band. Il 1989 vede la pubblicazione del semi-live “Pirata” e chiude un’era;  purtroppo, come accade spesso, divergenze musicali porteranno ad una diaspora all’interno della band: Gianni Maroccolo preferirà puntare su altri progetti – tra i più importanti quella con i CSI di Giovanni Lindo Ferretti – mentre Aiazzi rimarrà solamente come componente esterno; in più, De Palma, che si era allontanato per problemi di salute, morirà di overdose l’anno successivo.

http://www.teladoiofirenze.it/musica/fab-four-litfiba-i-quattro-migliori-album/attachment/17-re/

Siamo nel 1990, Piero Pelù e Ghigo Renzulli decidono di andare avanti con altri musicisti e virare il sound verso un rock più aggressivo.  Inoltre c’era stato il passaggio alla CGD, una label facente parte della major Warner, e quindi l’addio definitivo alla dimensione “Indie”. E’ l’inizio di un nuovo periodo in cui i Litfiba allargano ulteriormente la propria platea di fans, perdendone però qualcuno della prima ora .

Cangaceiro”, su “Pirata”, è un esempio di  quelle che sono le scelte del duo rimasto: qui fanno capolino influenze latine, altrove si possono ascoltare atmosfere mediterranee. Pelù, tra l’altro, accentua il carattere politico delle sue liriche, soprattutto nel durissimo “Terremoto”, secondo lavoro della tetralogia degli elementi, quattro album che caratterizzeranno l’intera decade del gruppo fiorentino.

Il primo è il famosissimo “El Diablo”, pubblicato poco dopo la morte di De Palma e a lui giustamente dedicato. Linee più semplici ed immediate sono il marchio di questo lavoro che contiene tracce celebri come la title track e “Proibito”; il successo è enorme e scaraventa i Litfiba nel firmamento delle grandi band del momento. I successivi “Terremoto”, “Spirito” e “Mondi sommersi” confermano il grande successo e soprattutto la qualità del loro repertorio: “Dimmi il nome”, “Maudit”, “Fata Morgana”, “Lacio drom”, sono brani che ancora oggi hanno un impatto enorme. In “Mondi Sommersi” fanno capolino per la prima volta anche dei campionamenti a dimostrazione di come i due non rinunciassero ad inserire nuove sonorità.

https://www.panorama.it/musica/litfiba-l11-novembre-eutopia-concerti-padova-milano-roma-firenze/

Lì si chiude il loro secondo grande periodo; il successivo “Infinito” sposerà un suono più pop e sarà il preludio all’abbandono di Piero Pelù. Il tutto verrà condito con qualche polemica di troppo sia con il compare Renzulli che con il loro produttore esecutivo storico, Alberto Pirelli.

Nel nuovo millennio, nonostante tutto, Renzulli proverà senza fortuna a portare avanti il marchio Litfiba con un altro cantante ed un’altra line-up. Nel dicembre 2009 c’è stata la riappacificazione tra i due ed è iniziata una nuova era per la band, condita finora da due album che poco aggiungono al loro repertorio.

I Litfiba rimangono una band che ha dato una notevole spinta al rilancio del rock in Italia. Pelù e compagni lo hanno fatto partendo da zero, facendo concerti su concerti ed incidendo con un etichetta indipendente e riuscendo con il lavoro e la tenacia ad arrivare molto in alto.

 

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..

3 thoughts on “Litfiba: tutto iniziò in Via dei Bardi a Firenze…

  • 22 Marzo 2018 alle 09:38
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    Grazie Matteo, da te i complimenti fanno veramente piacere

     
  • 21 Marzo 2018 alle 13:45
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    Bellissima recensione complimenti…è il sunto perfetto della carriera del più grande gruppo rock italiano!!!

     
    • 22 Marzo 2018 alle 09:37
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      Ti ringrazio Piera, seguo i Litfiba fin dall’inizio, ancor prima che incidessero “Desaparecido” e mi sono sempre piaciuti molto sia nella prima fase, quella degli anni 80 con il grande Maroccolo, quando erano più vicini a sonorità new wave e psichedeliche, che negli anni 90 quando sono diventati più aggressivi grazie anche al fatto che Renzulli ha avuto la possibilità di mostrare meglio il suo talento, prima loro puntavano più su atmosfere create dalle tastiere di Aiazzi. Devo essere sincero negli anni senza Pelù li avevo abbandonati non capendo perchè Ghigo avesse comunque scelto di continuare con il marchio Litfiba. Dei nuovi lavori, il primo mi aveva leggermente deluso mentre con Eutopia li ho ritrovati belli ispirati. Ancora grazie per i complimenti e continua a seguire il nostro blog, troverai molto materiale interessante

       

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