Letteratura e musica: binomio perfetto

La letteratura è sempre stata fonte di ispirazione per diverse arti, principalmente cinema e teatro, ma anche l’ambiente musicale non è rimasto immune nel farsi coinvolgere dalle emozioni che ti può dare un bel romanzo.

A cura di Marco Cingottini

Proprio dai musicisti che hanno provato a raccontare a modo loro un’opera letteraria vogliamo iniziare questo breve excursus sullo stretto rapporto che ha visto protagonisti proprio la musica e la letteratura.

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Non possiamo non iniziare con l’album “Non al denaro non all’amore né al cielo” dell’immenso Fabrizio De Andrè, che nel 1971 cercò di far rivivere quella curiosa opera intitolata “Antologia di Spoon River”, scritta da Edgar Lee Masters, dove ogni poesia è una sorta di epitaffio sulla vita dei residenti di questo immaginario paesino statunitense, sepolti nel cimitero locale.

L’artista genovese, attraverso singoli brani, racconta la vita di alcune di queste figure; da citare quella del giudice basso di statura, che aveva “il cuore troppo vicino al buco del culo”, o anche quella del “Blasfemo” o del “Suonatore Jones”. Il risultato è di altissimo livello, e a De Andrè riesce in pieno l’intento di trasportare l’ascoltatore all’interno di quella realtà particolare che è l’opera di Lee Masters.

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Diverso lavoro è invece quello che compie Edoardo Bennato con la fiaba di Carlo Collodi “Pinocchio”. L’artista napoletano, prendendo spunto dalla storia del celebre burattino, disegna una precisa e feroce satira della società dell’epoca, siamo nella seconda metà dei tormentati anni ’70. Qui Mangiafuoco o il gatto e la volpe vengono presi ad esempio negativo di personaggi reali, e Pinocchio diventa testimone e vittima di quella che è diventato vivere o sopravvivere nel ventesimo secolo; la cosa incredibile, per certi versi, è che suona tutto estremamente attuale, testimoniando la grande qualità di Bennato nel saper leggere il proprio tempo. Ci riproverà nel 1980 con “Sono solo canzonette”, ispirato stavolta al personaggio di Peter Pan, con meno cattiveria ma pur sempre con un’ottima qualità dei brani.

Come vedete, la letteratura riesce ad essere fonte di ispirazione anche per artisti abituati a scrivere semplici brani. Persino Lou Reed, in una delle sua ultime opere, pubblicò “The Raven” un concept album che prendeva spunto dalle poesie e dai racconti di Edgar Allan Poe.

Un’altra forma di incontro tra la letteratura e la musica è sicuramente quella del musical: il palcoscenico teatrale divenne, nella seconda metà del secolo scorso, un luogo ideale per fare incontrare queste due forme d’arte.

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Anche qui non sempre si segue fedelmente l’opera letteraria: è il caso di “West Side Story” straordinaria trasposizione della tragedia shakespiriana “Romeo e Giulietta”. Produzione americana con musiche di Leonard Bernstein, esso sposta la vicenda da Verona a New York e, al posto delle famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, racconta la rivalità tra due bande di adolescenti, una di portoricani e una di ragazzi bianchi. La storia, come da copione, vede la presenza di un amore impossibile e fatale tra un ragazzo bianco e una ragazza portoricana. Da notare che, come “Burattino senza fili” di Bennato con l’opera di Collodi, anche qui la tragedia di Shakespeare serve come spunto per raccontare la società del tempo, in questo caso quella degli anni ’60, e in particolare la trasformazione che stava vivendo una grande metropoli come New York.

Lo spettacolo riscosse un enorme successo non solo a Broadway, ma anche nel West End londinese, dove rimase in cartellone per diversi decenni, a testimonianza della grandezza dell’opera.

https://www.visitlondon.com/it/cosa-fare/evento/7601507-les-miserables-the-musical-at-the-queens-theatre

Più convenzionale è sicuramente la trasposizione del capolavoro di Victor HugoLes Miserables”, ambientato nella Francia post napoleonica del 19° secolo. Produzione inizialmente francese, divenne poi un enorme successo quando un produttore inglese ne fece una versione completamente rivisitata, sia come libretto che come orchestrazione, nella sua lingua. Dal 1985, anno del debutto a Londra, ad oggi, è ancora in cartellone al Queen’s Theatre di Shaftebury Avenue, nel cuore della capitale britannica, e non smette di fare continui sold out.

La vicenda che vede protagonista l’ex galeotto Jean Valjean, in cerca di riscatto sociale, viene in questa versione sensibilmente compressa (d’altronde il romanzo di Hugo è molto lungo) ma non perde assolutamente la sua efficacia; nella seconda parte, incentrata sui moti rivoluzionari parigini di quel periodo storico, lo spettacolo diventa ancora di più straordinario e coinvolgente. Chi scrive ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo proprio lì a Londra, e vi assicuro che se vi capita di andarci, ne rimarrete assolutamente entusiasti.

Di questi due musicals ne sono stati tratti anche due film di successo, soprattutto “West Side Story” che è entrato di diritto nella storia del cinema.

In conclusione, letteratura e musica possono convivere e formare una coppia perfetta, e questi pochi esempi, ma se ne potrebbero fare anche altri, lo dimostrano perfettamente.

 

Roberto Testa

Sono Roberto, un giovane di 20 anni. Studio Storia presso l’Università degli Studi di Torino e Contrabbasso Jazz presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino. La storia è molto probabilmente la passione più grande della mia vita, insieme alla musica, alla filosofia e alla politica..